Cosa insegna l’Austria a tutti noi

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Cosa insegna l’Austria a tutti noi

Cosa insegna l’Austria a tutti noi

25 Aprile 2016

Per la prima volta nella storia dell’Austria degli ultimi 70 anni, i due grandi partiti, popolari e socialisti, restano esclusi dalle elezioni presidenziali. La sfida invece sarà tra il leader della destra Norbert Hofer, del Partito della Libertà (FPOE), e il verde Alexander van der Bellen, confermando che anche in Europa come negli Usa si apre una fase politica inedita, contraddistinta dalla crisi degli schieramenti tradizionali del bipolarismo.

Fenomeno di vasta portata e complesso che per semplicità si potrebbe riassumere con le due reazioni avute ieri da Storace e Marchini a quanto sta accadendo nella campagna elettorale a Roma, cambiando per un attimo latitudine. Per Storace, siamo davanti al “necrologio” del centrodestra. “A roma è morta speranza. Giachetti e Raggi sentitamente ringraziano Berluscono Meloni e Salvini”. Per Marchini, al contrario, è il segno che i tempi sono cambiati, e che il mutato scenario va letto con più entusiasmo: “Il centrodestra è morto? Ottima notizia, bisogna andare oltre vecchi schieramenti”.

In realtà, in Italia, in Europa, negli Usa, non muoiono i vecchi schieramenti e le identità politiche (l’usurato schema sistema-antisistema, responsabilità vs. populisti e anticasta), bensì si assiste a una riconfigurazione anche generazionale (Hofer ha 45 anni), caratterizzata dalla originalità delle scelte davanti a problemi che sono cambiati, e in un contesto in cui i blocchi sociali di riferimento appaiono sempre più frastagliati e difficili da inquadrare.

“Sono grato e pieno di umiltà. non mi aspettavo un risultato di questa dimensione”, ha detto Hofer commentando la vittoria al primo turno.Trionfa al 36,7%, seguito da van der Bellen al 19,7%, poi la candidata indipendente Irmgard Griss al 18,8%, il socialista Rudolf Hundstorfer all’11,2%, e il popolare Andreas Khol. Per la destra austriaca schierata contro l’immigrazione incontrollata è un successo senza precedenti, 6,4 milioni di elettori sono stati chiamati a scegliere il nono capo dello Stato. L’attuale presidente, il socialdemocratico Heinz Fischer, lascerà l’incarico all’inizio di luglio, dopo avere esaurito il massimo di due mandati di sei anni previsto dalla legge.

Nazionalista, euroscettico e anti-immigrazione, Hofer secondo i sondaggi sarebbe insieme all’FPO il leader della forza più votata in caso di elezioni generali, con il 30% dei voti, e non a caso il politico austriaco ha già preannunciato che, in caso di vittoria, alle presidenziali, andrà rimesso in discussione il governo che guida il Paese. 

Hofer ha corso al posto del leader dell’Fpo, Heinz-Christian Strache, che intanto scalda i motori per le politiche del 2018. Hofer piace all’elettorato austriaco perché si è smarcato dalle tradizionali accuse rivolte negli anni scorsi all’Fpo, la “destra libera nazionale” austriaca. Nella sua carta d’identità politica non ci sono macchie di antisemitismo o simpatie verso il passato nazionalsocialista; pur considerato l’erede di Haider, storico leader del partito, Hofer incarna una generazione nuova che punta sul binomio sicurezza-immigrazione.

Ha ha fatto discutere per alcune sue dichiarazioni sull’accoglienza dei migranti e ha definito l’accordo dell’Unione europea con la Turchia “fatale”. Si dice contrario a un’Austria “terra di immigrazione“. E’ contrario ai matrimonio gay e alle adozioni per le coppie dello stesso sesso.

Commenti entusiasti alla vittoria di Hofer sono arrivati dagli altri leader delle nuove destre in Europa, dall’olandese Geert Wilders alla francese Marine Le Pen, che ha scritto su Twitter: “Le mie più sincere felicitazioni ai nostri amici dell’Fpoe per questo risultato magnifico. Complimenti al popolo austriaco”.

L’Austria, tra i primi Paesi europei di arrivo della ‘rotta balcanica’, ha vissuto un campagna elettorale dove la questione migratoria è stata al centro del dibattito politico (100mila rifugiati in un Paese di 8 milioni di persone, soprattutto provenienti da Siria, Afghanistan e Iraq). Mentre gli austriaci votavano, al Brennero si registravano nuovi incidenti, una manifestazione dei “no border” e ancora proteste contro la decisione di Vienna di congelare il confine con l’Italia.

“Quel che mi sconcerta è il pressapochismo con cui vengono definiti destra xenofoba e razzista dai media” partito come l’FPO, ha detto Matteo Salvini, entusiasta per la vittoria della destra olandese. Ma il problema per il leader della Lega, come dimostra il caso romano, è che il Carroccio non scende a Sud, nel Mezzogiorno, continuando a rappresentare prevalentamente il particolarismo nordista. Più in generale, le diverse forze delle “Nuove destre” europee non possono essere facilmente accomunate avendo peculiarità specifiche.

Dall’altra parte dello spettro politico, al di là dell’appoggio delle forze tradizionalmente vicine ai Verdi, c’è l’alternativa a Hofer, Van der Bellen, che potrebbe raccogliere consensi anche fra i sostenitori di altre formazioni. Nei sondaggi, il 24% di chi solitamente dice di votare socialisti e un 11% di chi appoggia abitualmente i conservatori vede questo anziano rappresentante politico ed esperto di economia come il suo candidato alla presidenza dell’Austria.