Cosentino, la Camera dice no all’arresto e alle mozioni di sfiducia

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Cosentino, la Camera dice no all’arresto e alle mozioni di sfiducia

10 Dicembre 2009

Cosentino resta al suo posto. Montecitorio dice no alla richiesta di arresto del sottosegretario all’Economia e alle mozioni di sfiducia presentate in Aula da Pd, Idv e Udc. Con  360 voti a favore e 226 contrari è stato approvato a scrutinio segreto (chiesto dall’Udc, Vietti) il parere contrario della giunta per le autorizzazioni alla richiesta del tribunale di Napoli. Nel pomeriggio l’Aula respinge quelle dell’opposizione.

Conti alla mano, il no all’arresto è passato con 51 voti in più rispetto ai numeri della maggioranza (Pdl e Lega) . Ma sono anche 11 i deputati in più che votano sì rispetto alla somma dei parlamentari di Pd e Idv presenti in Aula. Insomma, entrambi i fronti si sono dimostrano compatti al momento del voto. Dei 329 componenti dei gruppi di Pdl e Carroccio i presenti sono stati 309. Il sì al parere contrario all’arresto della giunta per le autorizzazioni è passato, però, con 360 sì, 51 in più della maggioranza presente. Nelle file della maggioranza solo due astensioni, quella del finiano doc Fabio Granata e dell’ex An Angela Napoli. Col voto a scrutinio segreto, è ipotizzabile che quei 51 siano i 25 presenti del gruppo misto (di cui fa parte l’Api di Rutelli che in dichiarazione di voto ha detto che avrebbe votato con la maggioranza) così come l’Mpa; i 5 radicali presenti che hanno dichiarato la loro contrarietà all’arresto e una buona parte dell’Udc (forse una ventina di deputati) che non aveva dato un’indicazione di voto. Anche nel centrosinistra non ci sono state particolari sorprese. Ai 195 esponenti del Pd presenti (200 meno i cinque dei radicali) vanno infatti aggiunti 21 dell’Idv per un totale di 216 deputati. Ma i no sono stati in totale 226, dieci in più del previsto, probabilmente un gruppetto dell’Udc.

Ma c’è un particolare che nella lunga giornata in Aula non è passato inosservato a giornalisti e parlamentari. Si tratta del bigliettino di congratulazioni inviato dal presidente Fini al leader Udc Casini al termine del suo intervento. L’esponente centrista aveva appena fatto un accenno alla “morte” della prima Repubblica, quando Fini ha preso dal suo banco un foglio su cui ha scritto due parole: "Veramente bravo". Poi lo ha chiuso in una busta e lo ha inviato a Casini tramite un commesso. Tra i due un saluto con la mano.

Al termine del voto il sottosegretario Cosentino non ha nascosto la sua soddisfazione. “Non si è mai contenti di doversi difendere da accuse cosi’ infamanti" ma "sono soddisfatto dell’esito del voto che è andato aldilà dei confini della maggioranza", ha commentato con i cronisti in Transatlantico chiedendo che “ci sia un giudice naturale che accerti subito la verità e smonti queste accuse pesanti e infamanti che ho sempre respinto con sdegno, ma sempre avendo fiducia nella magistratura e nella giustizia”.