Costa e Cirinna, polemica su adozioni gay. “Sentenze creative”. “No, decide magistratura”

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Costa e Cirinna, polemica su adozioni gay. “Sentenze creative”. “No, decide magistratura”

14 Maggio 2016

“Fino ad oggi la giurisprudenza ha dato delle interpretazioni creative” su stepchild adoption e adozioni gay, dice il ministro Enrico Costa, “colmando un vuoto normativo che non c’è più”. Il ministro auspica quindi di “vedere chiusa quella fase”.

Gli risponde a stretto giro la senatrice Cirinnà: i magistrati continueranno a decidere in base alla legge vigente sulle adozioni, visto che c’è il comma 20 della legge, quello inserito nel maxiemendamento voluto dal Pd e accettato dai suoi alleati di maggioranza nella legge unioni civili.

Insomma a neppure una settimana dal voto sulle unioni civili, passato a colpi di fiducia imposta dal premier Renzi al parlamento, governo e maggioranza, Costa e Cirinnà, già litigano sulla legge, una legge, vale la pena dirlo, ambigua oltre che sbagliata, altro che “storica” come hanno detto Renzi e la ministra Boschi.

Era prevedibile che l’ambigua legge Renzi-Alfano-Verdini riaprisse le contraddizioni interne alla maggioranza che l’ha votata, persino un ministro che in Consiglio ha autorizzato la fiducia non è in grado di garantire dove la deriva anti-famiglia si fermerà”, sottolinea il senatore di Forza Italia, Lucio Malan.

In ogni caso una soluzione c’è, in attesa di capire se il capo dello Stato, Sergio Mattarella, firmerà questo capolavoro legislativo.

La soluzione sarà il referendum abrogativo già annunciato dai parlamentari di centrodestra, lo strumento migliore per fermare la “giurisprudenza creativa” e una legge che gli alleati centristi di Renzi hanno votato, aprendo la strada al proliferare delle “sentenze creative” in materia di adozioni gay e di utero in affitto.

“Per questo serve un referendum, per cancellare il comma 20 e impedire che la giustizia sia messa al servizio dei trafficanti di bambini”, commenta secco il senatore di Fi Maurizio Gasparri.