Costava 5.000 euro la notte di Marrazzo col trans

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Costava 5.000 euro la notte di Marrazzo col trans

27 Ottobre 2009

È stato di 5 mila euro il cachet pagato da Marrazzo al trans. Chiaro il quadro fatto dal gip Sante Spinaci, nell’ordinanza di custodia cautelare emessa nei confronti degli indagati, rispetto a quanto avvenuto i primi di luglio in un piccolo appartamento di via Gradoli, a Roma, tra l’ormai ex governatore del Lazio Piero Marrazzo, un trans e alcuni militari dell’Arma passati dalla parte del crimine. In cella sono finiti Luciano Simeone, Carlo Tagliente, Antonio Tamburrino e Nicola Testini. Il gip ha ricostruito in otto pagine i momenti salienti della vicenda giudiziaria che ha travolto l’orami ex Governatore del Lazio Piero Marrazzo.

Il giudice ricorda anzitutto che il Governatore del Lazio “esaminato dal pubblico ministero il 21 ottobre del 2009, ha precisato che tra l’1 e il 4 luglio 2009 Marrazzo si recava in un appartamento per avere un incontro sessuale a pagamento con una certa Natalì. Qui dopo essersi parzialmente spogliato deponeva 3.000 euro – parte della somma concordata pari a 5.000 euro – su un tavolinetto conservando la rimanente parte e i suoi documenti all’interno del portafogli”.

E continua in maniera dettagliata: “Mentre si accingevano a consumare il rapporto sessuale concordato, si presentavano alla porta d’ingresso due uomini che si spacciavano carabinieri, qualificati poi come Luciano Simeoni e Carlo Tagliente ed entrando nell’appartamento assumevano un atteggiamento estremamente arrogante, tanto da incutere soggezione e paura, si facevano consegnare da Marrazzo – che avevano riconosciuto come presidente della Regione – il portafogli con i documenti tenendo in un locale separato Natalì e si recavano in un’altra stanza”.

Ancora, spiega il gip: “Al loro ritorno uno dei due gli chiedeva di consegnare loro molti soldi e di andarli a prendere, facendogli capire che altrimenti vi sarebbero state rappresaglie o comunque conseguenze negative, accettando poi che Marrazzo consegnasse loro tre assegni dell’importo uno di 10 mila euro e due di 5 mila euro ciascuno. I due prima di andare via lasciavano un numero di cellulare al quale Marrazzo doveva chiamarli per la consegna di altro denaro, facendosi dare da Marrazzo un numero telefonico per ricontattarlo”. Nell’ordinanza si sottolinea poi che “esaminando il portafogli Marrazzo si accorgeva che dallo stesso mancava la somma di 2 mila euro e che non era presente quella di 3 mila euro appoggiata sul tavolino, circostanza della quale Natalì si mostrava contrariata”.

Si legge ancora nel documento: “Qualche giorno dopo al numero telefonico della Regione che Marrazzo aveva lasciato ai due giungeva una telefonata ricevuta dalla segretaria che gli riferiva che l’interlocutore che voleva parlargli si era qualificato come un carabiniere. Marrazzo aveva dato incarico al suo segretario di presentare per suo conto una denuncia di smarrimento degli assegni e da allora non era più stato contattato. Il Marrazzo visionava il video specificando di aver notato la polvere bianca non nel momento in cui era entrato nell’appartamento, ma solo durante la permanenza dei due carabinieri nello stesso, ricollegando la presenza della polvere all’attività degli stessi carabinieri che avevano ripreso il suo documento accanto alla polvere che non c’era più quando era uscito dall’appartamento e al fatto che i due avevano altresì ripreso l’autovettura con la quale era giunto sul posto; infine riconosceva sia pure non con assoluta certezza nella foto del Simeone e del Tagliente i due uomini in questione”.

Oltre alla vicenda giudiziaria anche quella politica registra novità. “Le dimissioni sono nelle mani di Marrazzo. La giunta non è in grado di dire quando arriveranno ma non c’è dubbio che non supereranno il mese di novembre” ha detto Esterino Montino, vicepresidente della giunta regionale del Lazio al quale è andata la reggenza dopo lo scandalo che ha travolto l’esponente del Pd. La giunta, che si è riunita in seduta straordinaria “ha preso atto – ha spiegato Montino – delle conclusioni del risultato della visita che Marrazzo ha avuto al Policlinico Gemelli da cui è emersa la sua indisponibilità temporanea a svolgere le funzioni per motivi di stress psicofisico perché quello che è successo lo ha provato fortemente. Il certificato parla di trenta giorni per poter riprendere l’attività”.

Trenta giorni che, ha proseguito Montino, serviranno a Marrazzo per decidere quando consegnare le sue dimissioni, che dovrebbero arrivare quindi al massimo entro un mese. A novembre.