Cresce il fronte Brexit e terrorizza i mercati. Antieuropeisti appoggiati da Murdoch

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Cresce il fronte Brexit e terrorizza i mercati. Antieuropeisti appoggiati da Murdoch

Cresce il fronte Brexit e terrorizza i mercati. Antieuropeisti appoggiati da Murdoch

15 Giugno 2016

Quinta seduta consecutiva in negativo per le borse europee, martoriate dai timori di un’uscita della Gran Bretagna dall’Unione europea. L’effetto Brexit ha scatenato l’ennesima ondata di vendite, che ha colpito tutti i settori azionari europei, con ripercussioni anche sul mercato obbligazionario: lo spread Btp-Bund decennali è balzato a 150,5 punti, ai massimi da febbraio, con i titoli tedeschi in negativo e ai minimi storici. In sofferenza anche il petrolio, con il prezzo del barile sceso di oltre un punto percentuale sotto quota 50 dollari.

A fine seduta Londra cede il 2%, Francoforte l’1,4% e Parigi il 2,2%. A Milano il Ftse Mib perde il 2,11% a 16.271 punti. Sul listino principale di piazza Affari nuova ondata di vendite sui bancari, con Banco Popolare maglia nera in calo del 6,5%. Male anche Bpm (-5,2%), Intesa Sp (-3,4%) e Unicredit (-1,9%).

Sono sette punti di vantaggio a favore della Brexit registrati dall’ultimo sondaggio. Il fronte Brexit ha ricevuto in queste ore un importante endorsement da un quotidiano di peso come The Sun. Il Sun non si è mai schierato con la fazione perdente nella sua storia recente e la presa di posizione, per quanto attesa, è più forte e netta del previsto.

“Nei nostri 43 anni all’interno della Ue, questa si è dimostrata sempre più avida, sperperatrice, aggressiva e impressionantemente incompetente nelle crisi”, si legge nell’editoriale. Secondo un’indagine commissionata dal Times, solo il 39% dei britannici vuole restare, mentre il fronte anti-Ue sarebbe al 46%, con un 11% di indecisi. Intanto le iscrizioni al voto sono chiuse da quasi una settimana dopo un’estensione di due giorni voluta dal governo per permettere a chi aveva avuto problemi tecnici sul sito governativo di registrarsi all’ultimo momento.

A Londra la tensione è palpabile: dopo aver praticamente gestito da solo la campagna a favore di Remain, (rimanere), il premier David Cameron si è fatto da parte per lasciare al Labour di Jeremy Corbyn il compito di cercare di convincere il suo elettorato dei vantaggi di una permanenza nella Ue, puntando a rassicurare sull’argomento che più preoccupa, ossia l’immigrazione.