Cresce la povertà in Abruzzo: il Banco Alimentare lancia l’allarme

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Cresce la povertà in Abruzzo: il Banco Alimentare lancia l’allarme

14 Marzo 2011

di V. S.

Vergogna, paura, solitudine. Ha tanti volti oggi la povertà. Una piaga sociale che minaccia pericolosamente l’Abruzzo, dove anche quest’anno si sono registrati, purtroppo, dati al rialzo. A rivelarlo è Luigi Nigliato, presidente del Banco Alimentare dell’Abruzzo, una delle realtà più importanti nell’assistenza alle persone con disagio, che quotidianamente raccoglie dalla grande distribuzione e dalle aziende agroalimentari le eccedenze che poi vengono distribuite a chi ne ha bisogno. 

Un’azione importante, di fronte a numeri che fanno riflettere. Nel 2011 le persone in condizioni di disagio assistite dal Banco Alimentare sono diventate 32.920, a fronte delle 30.713 del 2010, con un incremento del 7,2 per cento. "Sono numeri – commenta Luigi Nigliato – che da un lato testimoniano il progressivo aumento di condizioni di povertà in Abruzzo, che indebolisce ogni giorno di più quello che un tempo era il ceto medio. Dall’altro, parlano della crescente sensibilità di aziende agroalimentari e grande distribuzione che hanno capito l’importanza di combattere lo spreco donando le eccedenze e partecipando ad un’azione sociale di bene. In questo senso – conclude Nigliato – la catena della solidarietà nella nostra regione, che ci vede seriamente impegnati, diventa ogni anno più rodata, a beneficio di tutti".

A colpire maggiormente è il volto nuovo che sta assumendo la povertà. Oggi può diventare povero chi ha un malato in casa da curare; chi perde il lavoro a cinquant’anni; chi si trova ad affrontare separazioni matrimoniali e non riesce più a mantenersi da solo. Non è più, infatti, solo una questione di reddito, ma anche di marginalizzazione, di limitazione nelle scelte. Una situazione che cresce di pari passo con il disgregarsi della società. Con la situazione attuale di crisi economica, inoltre, le situazioni di bisogno sono destinate ad allargarsi. E il problema non è solo alimentare, perché le nuove povertà portano con sé anche altri tipi di esigenze, come quelli di alloggi a basso costo e in affitto.

"Manteniamo alta l’attenzione verso queste situazioni di crescente disagio – assicura il consigliere regionale Federica Chiavaroli -. Sappiamo bene che la povertà non si può combattere solo intervenendo dall’alto, con misure una tantum, di carattere riparativo ed emergenziale. E’ fondamentale, invece, riuscire a mettere in campo interventi strutturali, aiutando le persone ad essere protagoniste del proprio cambiamento e realizzando progetti di intervento moralmente sostenibili. Intorno a noi – continua Federica Chiavaroli – c’è una povertà nascosta e poco conosciuta, legata a traumi sociali e familiari. Per questo è fondamentale l’attività di associazioni come quella del Banco Alimentare, capaci di rispondere alle crescenti situazioni di difficoltà. Senza la loro attività i poveri sarebbero più numerosi e i servizi pubblici non riuscirebbero a far fronte alla richiesta di aiuto. Il nostro compito, quindi, è quello di impedire che questa rete di solidarietà possa indebolirsi e promuovere interventi di sostegno aggiuntivo".

Anche il 2011, infatti, sarà un periodo di intenso lavoro per il Banco Alimentare, che però annuncia una notizia confortante: nelle settimane scorse, infatti, è stato siglato un accordo con una azienda locale, che per ogni contratto stipulato si è impegnata a devolvere una somma al Banco, sostenendone le attività della struttura.

E insieme a quella del Banco Alimentare in Abruzzo sono molteplici le realtà in prima linea: parrocchie, Caritas, enti assistenziali, mense, che con dedizione si dedicano agli altri. Qualcosa che va al di là dell’aiuto materiale perché è una risposta a una delle principali cause della povertà: la solitudine.