Crisi. Bagnasco: “Serve impegno bipartisan. Lavoro e famiglia al primo posto”

LOCCIDENTALE_800x1600
LOCCIDENTALE_800x1600
Dona oggi

Fai una donazione!

Gli articoli dell’Occidentale sono liberi perché vogliamo che li leggano tante persone. Ma scriverli, verificarli e pubblicarli ha un costo. Se hai a cuore un’informazione approfondita e accurata puoi darci una mano facendo una libera donazione da sostenitore online. Più saranno le donazioni verso l’Occidentale, più reportage e commenti potremo pubblicare.

Crisi. Bagnasco: “Serve impegno bipartisan. Lavoro e famiglia al primo posto”

24 Maggio 2010

Serve in Italia un impegno bipartisan per affrontare il nuovo giro di vite e le nuove ristrettezze imposte dalle decisioni dell’Unione Europea per affrontare gli ulteriori sviluppi della crisi economica. Lo ha chiesto il presidente della Cei, cardinale Angelo Bagnasco, che, in apertura della 61esima assemblea generale della Cei, ha auspicato "un responsabile coinvolgimento di tutti nell’opera che si presenta sempre più ardua".

Il lavoro, ha detto Bagnasco "spesso oggi latita, creando situazioni di disagio pesante nell’ambito delle famiglie giovani e meno giovani, in ogni regione d’Italia, e con indici decisamente allarmanti nel Meridione. Il lavoro, in sostanza, è tornato ad essere, dopo anni di ragionevoli speranze, una preoccupazione che angoscia e per la quale chiediamo un supplemento di sforzo e di cura all’intera classe dirigente del Paese: politici, imprenditori, banchieri e sindacalisti".

Il cardinale ha poi aggiunto: "La Chiesa – come si sa – fa tutto ciò che può inventando anche canali nuovi di aiuto, senza che i precedenti siano nel frattempo messi fuori uso, ma è ovviamente troppo poco rispetto ai bisogni. Il protrarsi della crisi economica mondiale si sta rivelando sorprendentemente tenace, come dimostrano gli esiti cui è pervenuto qualche Paese della stessa Unione Europea". "I provvedimenti ultimamente adottati in sede comunitaria – ha osservato l’arcviescov odi Genova – hanno da un lato − pare − arrestato lo scivolamento verso il peggio, dall’altra però stanno imponendo nuove ristrettezze a tutti i cittadini. Dinanzi a questo scenario non possiamo da parte nostra non chiedere ai responsabili di ogni parte politica di voler fare un passo in avanti, puntando come metodo ad un responsabile coinvolgimento di tutti nell’opera che si presenta sempre più ardua".

Bagnasco ha chiarito che "i ruoli sono assegnati dalla libera determinazione dei cittadini, ma il concorso delle volontà in vista di risultati più efficaci è un obiettivo che va saggiamente e tenacemente perseguito. Lo pretende il rispetto che si deve ai cittadini. È noto infatti che, se non mancano gli indici che danno ragionevolmente concretezza a previsioni anche ottimiste, nelle pieghe di questa evoluzione molti sono in sofferenza". "Si dice, tra l’altro – ha aggiunto ancora il porporato – che l’uscita dalla crisi non significherà nuova occupazione, il che pare una ragione decisiva per procedere, senza ulteriori indugi, a riforme che producano crescita, mettere il più possibile in campo risorse che finanzino gli investimenti, in altre parole potenziare le piccole e medie industrie, metterle in rete anche sul piano decisionale, qualificare il settore della ricerca e quello turistico, potenziare l’agricoltura e l’artigianato, sveltire la distribuzione, facilitare il mondo cooperativistico. Bisogna cioè rinforzare i soggetti che meglio esprimono le qualità del territorio e più possono assorbire e rimotivare leve del lavoro".

Intanto, continuano a trapelare le indiscrezioni sulla bozza della manovra 2011-2012, che dovrebbe essere annunciata domani, prevede tra le altre cose che, nel prossimo anno, chi avrà maturato i requisiti per la pensione di vecchiaia potrà accedere al trattamento con uno slittamento di 6 mesi, rispetto alla data in cui ha maturato i requisiti. Inoltre, dovrebbe essere previsto il congelamento degli stipendi degli statali e dei dirigenti fino al 2013. Non solo: per i dirigenti, i redditi avranno un’ulteriore decurtazione nella parte eccedente, oltre i 90 mila euro