“Crisi dei visti”, la Libia alza il tiro e arresta uno dei due rifugiati svizzeri
23 Febbraio 2010
Nuovo episodio nella crisi che oppone la Svizzera alla Libia da ormai 18 mesi. Ieri mattina la polizia libica ha circondato per ore l’ambasciata svizzera, dopo che le autorità di Tripoli avevano dato alla sede diplomatica un ultimatum – riportato in arabo sul sito della Jana, l’agenzia di stampa libica, e su Oea online – con scadenza alle 12 (le 11 italiane) chiedendo che Max Goeldi si consegnasse alla giustizia libica per scontare la sua pena, mentre l’altro, Hamdani, lasciasse il Paese. E così è stato.
Rashid Hamdani, uno dei due uomini d’affari svizzeri bloccati a Tripoli da un anno e mezzo ha lasciato oggi l’ambasciata elvetica ed è partito in auto per la Tunisia dopo aver ottenuto il visto di uscita dalle autorità libiche. L’altro cittadino svizzero, Max Goldi – trattenuto in Libia dall’estate 2008 e rifugiato presso l’ambasciata –, condannato a quattro mesi di carcere per soggiorno illegale in Libia, si è consegnato invece alle autorità giudiziarie. "Uscirà dall’ambasciata e si recherà di sua volontà alla polizia", ha detto all’agenzia Afp il legale di Goeldi, precisando che il suo cliente sarebbe stato condotto nel carcere di Aiz Zara, nei pressi della capitale libica. L’avvocato dell’uomo d’affari elvetico dovrebbe successivamente inoltrare alle autorità libiche una richiesta di grazia per il suo assistito.
Il ministro degli Affari Esteri libico Moussa Koussa aveva avvertito che se Max Goeldi non si fosse consegnato entro mezzogiorno (ora locale), il suo governo sarebbe intervenuto, senza però precisare in che modo. Koussa ha affermato con decisione che nessuna ambasciata deve diventare un mezzo per sfuggire alla giustizia.
L’agenzia di stampa Jana ha reso noto che Silvio Berlusconi ha avuto un colloquio telefonico domenica sera con Gheddafi, nel quadro delle consultazioni bilaterali su questioni regionali e internazionali di comune interesse. Secondo il sito libico online Oea – vicino al figlio di Gheddafi, Seif Al Islam –, Berlusconi "ha fatto sforzi persistenti con il colonnello nel tentativo di contenere la crisi". Il ministro degli Esteri, Franco Frattini, ha confermato che "la scorsa notte ci sono stati contatti, abbiamo rivolto un appello alle autorità libiche e anche Berlusconi ha parlato con Gheddafi. Per il titolare della Farnesina "l’intervento del premier ha fortemente incoraggiato Gheddafi a una soluzione consensuale, tutti hanno ringraziato il presidente del Consiglio italiano". In particolare "ha aiutato ad evitare di esasperare la situazione".
Nonostante, però, l’Italia avesse chiesto alla Svizzera di non pubblicare la ‘lista nera’ con 186 nomi di alti esponenti libici temendo ripercussioni su tutti gli altri stati membri dello spazio Schengen, non è stata ascoltata. Lo ha riferito con disappunto lo stesso Frattini, che a Bruxelles ha discusso con i colleghi Ue della vicenda libica nel quadro del Consiglio Affari Esteri. "Avevo scritto una lettera (al ministro degli Esteri svizzero Micheline) Calmy Rey chiedendole di farlo, ma lei non mi ha ascoltato, sono rimasto molto male". Il capo della Farnesina ha criticato "l’utilizzo politico" dello strumento previsto da Schengen di un elenco di persone sospettate di legami con il terrorismo o il crimine internazionale. "Si dovrebbe provvedere a una informazione e consultazione preventiva, se si è membro del club non si possono mettere 186 nomi senza informare gli altri". Della questione, comunque, discuteranno anche i ministri dell’Interno dell’Ue giovedì a Bruxelles con il collega svizzero, per precisare la cooperazione in seno all’area senza frontiere.
Bocche cucite, invece, presso il Dipartimento federale degli affari esteri svizzero (Dfae), dopo le notizie di stamane. "Continuiamo a lavorare a una soluzione", afferma il Dfae in uno scarno comunicato. Sul tema è intervenuta anche Amnesty International (Ai), che ha espresso soddisfazione per l’imminente rilascio di Rachid Hamdani e deplorato la condanna inflitta a Max Goldi. Daniel Graf, portavoce di Ai, ha detto che le accuse formulate contro Goldi hanno "motivazioni politiche". Il procedimento a suo carico "è stato iniquo". "È tragico constatare che Goeldi, per tornare in Svizzera, dovrà passare per una prigione libica", ha detto il portavoce, che ha nuovamente chiesto la sua immediata liberazione.
Il presidente della Confederazione svizzera Doris Leuthard, in un’intervista pubblicata oggi dal quotidiano spagnolo El Mundo a proposito della crisi dei visti con Tripoli, ha dichiarato: "Solo la Libia è responsabile di questa situazione e delle sue conseguenze". Leuthard, da oggi in visita ufficiale a Madrid dove vedrà il premier Josè Luis Zapatero, ha detto di sperare che la mediazione avviata "a nome dell’Ue" la settimana scorsa fra Berna e Tripoli dal capo della diplomazia spagnola Miguel Angel Moratinos, il cui paese ha la presidenza di turno dei 27, "sarà utile per dare una soluzione al problema". Il presidente della Confederazione svizzera ha aggiunto che "in questo sistema tutti gli stati sono solidali: se la Spagna si trovasse in una situazione simile, avrebbe il nostro appoggio".
I due cittadini svizzeri erano stati arrestati il 19 luglio 2008, subito dopo il fermo a Ginevra del figlio del leader libico Muammar Gheddafi, Hannibal, accusato di aver maltrattato i suoi domestici. Questo episodio ha aperto un contenzioso diplomatico tra Libia e Svizzera, che si è inasprito nelle ultime settimane dopo che Berna ha inserito in una lista nera 186 dirigenti libici, tra cui lo stesso colonnello Gheddafi, negando loro ogni possibilità di accesso al territorio elvetico. La Libia, per tutta risposta alla mossa svizzera, aveva deciso di negare l’accesso al proprio territorio a tutti i cittadini dell’area Schengen, misura che continua ad essere attuata. Una mediazione è stata avviata la settimana scorsa da Moratinos, che ha promosso a Madrid una prima riunione fra i capi della diplomazia dei due paesi, la svizzera Micheline Calmy Rey e il libico Mousa Kousa. Nell’intensa attività diplomatica è stato coinvolto anche il governo italiano.