Crisi economica, il Molise riparte dal polo della moda
18 Luglio 2012
L’economia del Molise prova a rispondere alla crisi scommettendo sulla moda. È pronto infatti un progetto industriale per realizzare in regione un vero e proprio polo tessile, punto di riferimento per l’intero sud Italia. A fare da guida nel progetto è l’Ittierre, azienda del settore in mano al Gruppo Albisetti di Como. Dopo un periodo trascorso in amministrazione controllata, ora la società sembra stia riprendendo la marcia giusta.
Nello stabilimento in provincia di Isernia lavorano circa 700 persone e l’Ittierre ha in licenza molti marchi importanti dell’abbigliamento italiano ed estero. Il progetto industriale prevede un investimento complessivo di 48 milioni di euro, di cui 8 con fondi pubblici e 40 a carico del privato. Il polo della moda, imperniato completamente sul “made in Italy”, punta a riorganizzare la filiera tessile con laboratori diffusi sul territorio regionale. L’obiettivo è portare in Molise quelle commesse che oggi sono realizzate all’estero.
La Regione Molise ha avuto negli anni un occhio di riguardo per l’industria tessile. Una storia che parte dalla “Pop 84” e che passa per le produzioni molisane destinate a griffe importanti come “Versace”, “Dolce e Gabbana” e “Ferré”. Proprio la politica si sta muovendo di pari passo con i vertici dell’Ittierre per far si che l’iniziativa si concretizzi al più presto. L’azienda è in corsa per le agevolazioni previste dal Governo con un piano che, attraverso innovazione e investimenti, conta di creare un modello di eccellenza nel settore della moda nel centro sud d’Italia. La battaglia è bipartisan, con il centro destra che segue passo passo l’evolversi della situazione e con il centro sinistra che si è rivolto direttamente al governo nazionale per appoggiare l’iniziativa industriale.
Il vice presidente della commissione Industria del Molise ed esponente del Pd, Michele Petraroia, ha scritto addirittura al ministro dello Sviluppo economico, Corrado Passera. “In una regione forse segnata più delle altre dalla crisi – ha detto – dove le consistenti perdite di occupati nel pubblico impiego non sono compensate dalla crescita nel settore privato, diventa quanto mai necessario dare il via libera al contratto di sviluppo proposto dalla Ittierre”. Il progetto garantirebbe l’incremento del numero di occupati nell’industria di Isernia e la possibilità di far lavorare anche molte imprese dell’indotto. Per Petraroia, questo progetto potrebbe dare un contributo importante alla ripresa dell’economia locale.
Di questo, si augurano tutte le forze politiche locali, il ministro Passera dovrà tenerne conto, altrimenti c’è il rischio di penalizzare per l’ennesima volta il Molise, un territorio in grosso affanno al pari delle altre regioni del sud, alle quali però le agevolazioni non mancano mai. Nel frattempo, i vertici dell’Ittierre hanno incontrato gli esponenti politici molisani riuniti in Consiglio regionale per affrontare la vertenza che riguarda diverse imprese “fasoniste” rimaste senza commesse. Il patron dell’Ittierre, Antonio Bianchi, ha parlato anche del futuro dell’azienda: “Se il mercato europeo è in fase di stallo – ha detto – stiamo ottenendo invece buoni risultati all’estero. Il nostro è un progetto industriale serio”. I dipendenti dell’impresa tessile di Isernia, le aziende dell’indotto e il mondo politico regionale guardano al progetto dell’Ittierre come a un’ancora di salvezza dalla crisi economica. Un’occasione da non perdere per voltare pagina e cominciare finalmente a parlare di crescita, lavoro e sviluppo.