Crisi economica. Riunione a Bruxelles per salvare l’Irlanda e l’Eurozona

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Crisi economica. Riunione a Bruxelles per salvare l’Irlanda e l’Eurozona

28 Novembre 2010

Dare il via libera al piano di aiuti per l’Irlanda, ma non solo. L’Eurogruppo, riunito in seduta straordinaria a Bruxelles, è chiamato oggi a dare una risposta forte all’emergenza che sempre di più sta mettendo a dura prova la stabilità della zona euro.

Con Paesi come il Portogallo e la Spagna che potrebbero essere le prossime vittime della speculazione sui mercati. "Siamo in una situazione molto seria e dobbiamo dare una risposta sistemica alla crisi", ha ammesso il commissario Ue agli affari economici e monetari, Olli Rehn, sottolineando come le turbolenze finanziarie in atto rischiano di compromettere la già incerta ripresa economica del Vecchio Continente. Anche il presidente di turno dell’Ecofin, il ministro belga Didier Reynders, ha spiegato come oggi pomeriggio, al di là del caso Irlanda, sarà fatto "il punto sulla situazione dell’insieme della zona euro", con l’Eurogruppo che dovrà dare prova di solidarietà ma anche di "resistenza di fronte agli schock" interni ed esterni.

Probabile che a dare la linea sia ancora una volta l’asse franco-tedesco. Tanto che l’inizio della riunione dell’Eurogruppo è stata preceduta da una consultazione telefonica tra la cancelliera tedesca, Angela Merkel, e il presidente francese, Nicolas Sarkozy, da una parte e il presidente della Ue, Herman Van Rompuy, quello della Commissione Ue, Josè Manuel Barroso, quello della Bce, Jean-Claude Trichet, e quello dell’Eurogruppo, Jean-Claude Juncker, dall’altra. Alcune voci parlano anche di un documento congiunto che Parigi e Berlino starebbero mettendo a punto per proporlo agli altri partners europei.

Proprio dalla Germania, intanto, erano arrivati nei giorni scorsi i rumors di un possibile raddoppio del Fondo salva-Stati, quello creato in maggio dalla Ue per venire in soccorso dei Paesi euro in difficoltà. Fondo attualmente dotato di 440 miliardi di euro e che oggi dovrebbe essere attivato per la prima volta per sostenere Dublino. Per quel che riguarda, invece, il piano di aiuti da 85 miliardi all’Irlanda (di cui 35 per salvare le banche) – come ha spiegato il ministro francese Christine Lagarde – la questione è "quasi chiusa". Anche se restano da regolare alcuni aspetti non proprio secondari, come il tasso di interesse da applicare ai prestiti che Dublino dovrebbe ricevere nei prossimi tre anni.

L’ipotesi sul tavolo – nel corso dei negoziati svoltisi tra le autorità irlandesi e i rappresentanti di Ue, Bce ed Fmi – era quella di un tasso del 6,7% (contro il 5,2% accettato nella primavera scorsa dalla Grecia). Ipotesi giudicata però "inaccettabile" dal governo di Brian Cowen.