Crisi, famiglie povere italiane raddoppiate tra il 2007 e il 2014
13 Giugno 2016
L’Ufficio studi della Confcommercio ha segnalato un’indagine terribile: negli anni della crisi le famiglie italiane in condizione di povertà assoluta sono quasi raddoppiate: +78,5%, con una incidenza sul totale passata dal 3,5% prima della recessione al 5,7% del 2014.
Le persone in povertà assoluta hanno superato nel 2014 i 4 milioni, con un incremento di quasi il 130% rispetto al 2007, arrivando a sfiorare il 7% della popolazione. Le famiglie assolutamente indigenti erano oltre 823mila nel 2007, sono salite a quasi 1,5 mln nel 2014.
Se l’Italia avesse avuto la stessa pressione fiscale della Germania nel 2014, ci sarebbero stati 66 miliardi di euro in meno di prelievo fiscale, ”vale a dire 23 miliardi in meno di Irpef e altrettanti di imposte indirette, nonché 20 miliardi in meno di carico contributivo su imprese e lavoratori”. Secondo lo studio tra 2010-2014 ci sono segnali di miglioramento. Ma l’ufficio studi afferma che: ”l’eccesso di pressione fiscale in Italia presenta una connotazione strutturale per l’incapacità di procedere a una serie revisione della spesa pubblica che riduca eccessi e sprechi”.
Una volta diffusi i dati sono finiti al centro delle condanne del Codacons che ha denunciato che si tratta di dati: “terzo mondo e indegni di un Paese civile”. Alla denuncia dei commercianti, l’associazione dei consumatori associa il “violento calo dei consumi registrato in Italia nel periodo della crisi: tra il 2007 e il 2014, infatti, le famiglie sono state costrette a ridurre drasticamente gli acquisti, diminuiti per 80 miliardi di euro, con una contrazione della spesa pari a -3.300 euro a nucleo familiare in 7 anni. Questo è avvenuto perché nel periodo considerato si è registrato un generale impoverimento dei cittadini ed è aumentata in modo considerevole la quota di famiglie in condizione di povertà assoluta”.