Crisi. Governo studia settimana corta. Sì di Epifani

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Crisi. Governo studia settimana corta. Sì di Epifani

23 Dicembre 2008

Salvare i posti di lavoro messi a rischio dalla crisi lavorando un pò meno ma lavorando tutti: è la ricetta che sta studiando il governo per favorire la cassa integrazione a rotazione e i contratti di solidarietà.

Un piano per "la settimana corta" che ha ricevuto il consenso del sindacato, compresa la Cgil che dice sì alla proposta del ministro del Lavoro, Maurizio Sacconi, a patto, però, che non costituisca "una furbizia per evitare di investire tutte le risorse necessarie" per allestire un robusto sistema di ammortizzatori e di tutele anche per i precari.

Ma proprio per evitare che qualche ‘furbo’ approfitti della situazione di crisi inserendosi in una situazione di ‘self service’ per la cassa integrazione, il governo ha deciso di costituire un’ unità di crisi al ministero del Lavoro. Una vera e propria task force che coordinerà le iniziative dell’ esecutivo con quelle dei vari enti, amministrazioni locali e parti sociali sull’occupazione.

L’obiettivo è di arrivare a un ‘pattò di lealtà’ con le parti sociali e con gli enti locali per proteggere il lavoro, filtrando le richieste di cassa integrazione e gestendo al meglio le risorse disponibili. Tra i compiti dell’unità di crisi ci sarà, quindi, anche quello di individuare gli strumenti per gestire la ‘settimana corta’.

La proposta di Sacconi ha suscitato il consenso del sindacato ma anche reazioni scettiche. "È una delle modalità che normalmente si utilizza in momenti di crisi per distribuire risorse di welfare, per distribuire lavoro e occupazione", ricorda il ministro della P.a., Renato Brunetta. "È l’invenzione dell’acqua calda" commenta il deputato Pdl e vice presidente della Commissione Lavoro della Camera, Giuliano Cazzola, ricordando che "la proposta di Angela Merkel è innovativa in Germania, dove non esiste la Cassa integrazione", ma non in Italia.