Crisi. Ocse: “Il peggio è passato, ripresa debole del 0,7% nel 2010

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Crisi. Ocse: “Il peggio è passato, ripresa debole del 0,7% nel 2010

24 Giugno 2009

La fase di contrazione dell’attività economica dovrebbe a breve concludersi nell’area dell’Ocse, dopo una flessione senza precedente dalla fine della seconda guerra mondiale. La ripresa, probabilmente, sarà "debole e fragile" per un certo tempo e le "conseguenze economiche e sociali della crisi economica saranno durevoli". È quanto emerge dall’Outlook dell’Ocse presentato oggi dall’organizzazione internazionale che evidenzia come "il peggio sia stato evitato". Tuttavia, rileva l’Ocse, "bisogna evitare qualsiasi trionfalismo: un’azione determinata resta necessaria" e non sono da escludere "nuove turbolenze finanziarie".

L’Ocse, che rivede le sue precedenti previsioni al rialzo, stima che il pil nell’area dei paesi più industrializzati registrerà un calo del 4,1% nel 2009 (+0,8% nel 2008) e una crescita dello 0,7% nel 2010. Nell’area dell’euro, invece, il pil dovrebbe registrare quest’anno un calo del 4,8% (+0,5% nel 2008) e una crescita zero nel 2010. Il rapporto deficit/pil nell’area dell’euro, che nel 2008 è stato dell’1,9%, dovrebbe superare la soglia del 3% prevista dal patto di stabilità attestandosi al 5,6% nel 2009 e al 7% nel 2010. Segnali sempre più numerosi, rileva l’Ocse, "lasciano intravadere una ripresa dell’attività negli Stati Uniti nel corso del secondo semestre dell’anno" ma, sottolinea l’organizzazione internazionale, "la ripresa -a causa della necessità di risanare i bilanci- potrebbe essere eccezionalmente debole e insufficiente per far regredire la disoccupazione, vicino al 10% della popolazione attiva". Il pil Usa, infatti, dopo il calo del pil del 2,8% nel 2009 (+1,1% nel 2008) dovrebbe crescere dello 0,9% nel 2010. Nei paesi "non membri dell’Ocse", in particolare in Cina, in India e in Brasile, "la ripresa sembra più rapida".

La forte recessione che ha colpito l’area dell’Ocse "ha già avuto come conseguenza un aumento pronunciato della disoccupazione che si aggraverà ancora prima che la ripresa sia abbastanza vigorosa per invertire la tedenza".

Il tasso di disoccupazione nell’area, infatti, dovrebbe attestatsi all’8,5% nel 2009 dopo il 5,9% registrato nel 2009 e salire al 9,8% nel 2010. Nella zona euro il tasso di disoccupazione dovrebbe attestarsi al 10% nel 2009 (dopo 7,5% nel 2008) e salire al 12% nel 2010. Secondo l’Ocse, inoltre, "un sforzo considerevole di risanamento della finanza pubblica sarà necessario in molti paesi" dell’area: "Annunciare questi programmi con anticipo, anche se la loro applicazione sarà subordinata all’evoluzione effettiva della congiuntura, permetterà di stabilizzare le anticipazioni dei risparmiatori e degli investitori nel medio termine e nello stesso tempo di limitare i costi del finanzialmento di un debito publico molto più elevato".

Una volta che la ripresa sarà abbastanza forte, infatti, il risanamento dei conti pubblici, "dovrà essere effettuato in modo da non compromettere le prospettive di crescita a lungo termine". Per l’organizzazione internazionale "bisognerà fin quanto è possibile ridurre le spese pubbliche che non sostengono la crescita e quando sarà necessario accrescere le entrate fiscali, privilegiare le imposte ad ampia platea che creano meno distorsioni nelle decisioni economiche dei produttori, dei consumatori e degli investitori". Infine, rileva l’Ocse, sono indispensabili "riforme strutturali" per favorire una crescita durevole e per permettere all’economie di meglio resistere agli shock.