Crisi Pd, Renzi si dimette: “Non potete chiedermi di non candidarmi”

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Crisi Pd, Renzi si dimette: “Non potete chiedermi di non candidarmi”

19 Febbraio 2017

“Cominciamo la riunione di oggi proponendo la parola chiave. Io propongo la parola rispetto, una delle parole più belle, che attiene al guardarsi dentro, intorno e negli occhi. Avere rispetto è una delle prime cose che i nostri genitori ci insegnano e un partito deve scegliere di rispettarsi sempre”, esordisce Matteo Renzi aprendo tra gli applausi il suo intervento all’assemblea Pd. Poche battute e poi l’ex premier formalizza le dimissioni e sfida la minoranza: “Non potete chiedermi di non candidarmi”.

Ma la minoranza, comunque, non dà cenni di cambiare le proprie posizioni. “Noi non vogliamo che Renzi non si candidi, è peccato che si ridicolizzino così certe posizioni. Con questa discussione c’è poco da andare avanti, aspettiamo la fine dell’assemblea e quando si spengono le luci diremo che cosa faremo”, spiega il Nico Stumpo.

Matteo Renzi si era presentato all’assemblea all’hotel Parco dei Principi di Roma pronto a difendere se stesso e la sua linea. “Scissione è una delle parole peggiori, peggio c’è solo la parola ricatto”, aveva incalzato. Frasi che non sono piaciute alla minoranza: “Sentite le conclusioni, i tre che hanno presentato altre proposte (Emiliano, Rossi e Speranza) si vedranno e decideranno che fare”, certifica Pierluigi Bersani. Cuperlo non si è voluto trattenere, “Sono preoccupato, allarmato e turbato da questa giornata. Credo che si sottovaluti la ricaduta di quello che puo accadere. La rottura del Pd sarebbe un arretramento e una sconfitta per la sinistra”. La sinistra, aggiunge, “sarebbe più debole e più esposta alle incursioni di una destra dai tratti più aggressivi e pericolosa”.

A lavori già inoltrato è intervenuto anche Franceschini, “Non consumate tutto oggi: c’è tempo. Lo statuto prevede che la direzione elegge una commissione per il congresso in cui ci sono anche i rappresentanti dei candidati. In questi quattro mesi entro i quali lo statuto impone di tenere il congresso, si possono ricostruire le regole e le garanzie. Non dividiamoci oggi: se vi alzate da quelle serie, non importa quanti sarete, ma sarà una ferita per la nostra storia e per un percorso comune che abbiamo il dovere di proseguire insieme”.