Crisi. Raggiunta intesa Governo-Regioni su ammortizzatori
13 Febbraio 2009
di redazione
Quattro pagine, scritte fitte fitte, con 14 punti più 2 aggiuntivi, lette meticolosamente e altrettanto attentamente commentate riga a riga, nel salone delle trattative del ministero dei rapporti con le Regioni, hanno concluso poco dopo mezzanotte con una intesa il confronto tra Governo e Regioni sugli ammortizzatori sociali.
L’accordo vede sul piatto 8 miliardi di euro da destinare, nel biennio 2009-2010, ad azioni di sostegno al reddito e di politica attiva del lavoro e per sostenere i lavatori colpiti dalla crisi e privi di paracadute sociali. Per finanziare l’intervento saranno usate risorse nazionali per circa 5.350 milioni di euro (di cui circa 1400 milioni derivanti dal Dl 185 del 2008 e dalla legge Finanziaria 2009 e 3.950 milioni dall’art. 6 della legge 133 del 2008 e dal Fondo per le aree sottoutilizzate Fas, nella quota nazionale). Il contributo richiesto alle Regioni è pari a 2.650 milioni di euro a valere sui programmi regionali del Fondo sociale europeo.
Grande soddisfazione, ovviamente da parte del presidente della Conferenza delle Regioni, Vasco Errani, e del ministro Raffaele Fitto. Subito dopo è stato informato il ministro dell’economia Tremonti.
Il confronto finale è iniziato intorno alle 20, e ha avuto una prima interruzione, per consultazioni e riunioni a latere, dopo circa un’ora. Fino 22,30 si è tenuta una riunione ristretta, di una decina di persone delle due delegazioni, nella saletta attigua allo studio di Fitto. Alle 23 un gran sferragliare di fotocopiatrici ha fatto capire che, quantomeno, c’era un testo preciso sul quale fissare l’attenzione per il rush finale.
Quando il ministro Fitto ed Errani sono rientrati nel salone della trattativa plenaria, l’assessore lombardo al bilancio Romano Colozzi, li ha seguiti con espressione compunta: alla richiesta di cosa accadesse, ha risposto "siamo stati a meno di un filo dalla rottura, ma adesso va bene".
Prima dell’ok corale, tuttavia, sono trascorse quasi altre due ore: impegnate nella lettura attenta delle pagine e nella altrettanto attenta messa punto del significato di ciascun concetto. Perchè, aveva avvertito Errani, "occorre che l’accordo lo si scriva molto bene per evitare equivoci futuri". Ma alla fine , sia pure senza sorrisi liberatori, attori e comprimari della trattativa sono apparsi soddisfatti per l’esito positivo, e anche sollevati dalla sua conclusione.
Errani ha rivendicato alla fermezza e alla serietà della posizione delle Regioni, che – ha ricordato – fin da ottobre si sono dette pronte a sostenere la loro parte, il raggiungimento di "un risultato importante e utile per il Paese" poiché si garantisce sostegno a tutti i lavoratori privi di ammortizzatori.
Il ministro Fitto ha inserito l’intesa, "articolata e complessa", nella serie di iniziative che il Governo sta attuando per contrastare la crisi e consente che entro 15 giorni il Cipe possa mettere in movimento i finanziamenti.
Le reazioni sindacali si sono fatte subito sentire. Il leader della Cgil, Guglielmo Epifani, impegnato oggi nella manifestazione a Roma di Fiom ed Fp, ha commentato: "L’intesa è un primo passoa che arriva però con molto ritardo. Serve il via libera immediato del Consiglio dei ministri perchè l’intesa deve essere esigibile da subito".
Il ministro dell’Economia ha voluto ringraziare direttamente Raffaele Fitto, ministro dei Rapporti con le Regioni per questo successo anche se ha riconosciuto che "il ruolo delle Regioni è stato costruttivo, dialettico e nell’interesse nazionale". Dal canto suo, Fitto ha evidenziato che "l’intesa raggiunta è assolutamente innovativa anche perché lascia in eredità terreno fertile nel confronto fra governo e regioni".
Il ministro dello Sviluppo economico Claudio Scajola ha accolto positivamente l’accordo ma ha sottolineato che ora è giunto "il momento per sbloccare gli investimenti dei fondi Fas per le aree sottoutilizzate". L’accordo con le Regioni, aggiunge il ministro, "prevede anche la definizione, in una riunione del Cipe da convocare entro 15 giorni, dei programmi regionali e nazionali a cui destinare i 45 miliardi di risorse del Fondo aree sottoutilizzate (Fas), in aggiunta al 7,3 miliardi già destinati il 18 dicembre scorso al Fondo infrastrutture".
"Stiamo lavorando con i ministeri interessati – prosegue Scajola – per predisporre i programmi nazionali da 18 miliardi che, oltre al Fondo occupazione, riguardano investimenti in settori rilevantissimi come l’ambiente e la protezione civile, l’edilizia scolastica, l’edilizia carceraria, la sicurezza, la sanità, l’innovazione tecnologica e la banda larga, la bonifica e reindustrializzazione dei siti industriali degradati, la digitalizzazione della pubblica amministrazione, l’agricoltura e i beni culturali. Sono investimenti che possono essere attivati rapidamente, anche per contrastare la crisi e contribuire a rimettere in moto la crescita dell’economia".
Anche il premier Berlusconi ha difeso con "orgoglio e soddisfazione" l’accordo raggiunto la scorsa notte dopo un mese di confronto. L’intesa, ha tenuto a sottolineare, "sancisce livello collaborazione mai visto, con responsabilità congiunte tra diversi livelli istituzionali, tra Governo e Regioni, per fornire risposte concrete a quanti sono stati o saranno colpiti dalla crisi".