Crisi. Terremoto ai vertici della Sony per salvare la compagnia

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Crisi. Terremoto ai vertici della Sony per salvare la compagnia

27 Febbraio 2009

Terremoto al vertice della Sony: il direttore generale Ryoji Chubachi lascerà l’incarico ad aprile mentre le relative deleghe saranno prese da Howard Stringer, attualmente già ad e presidente. La compagnia, che ha convocato una conferenza stampa d’urgenza tra poco meno di due ore, è alle prese con gli effetti della crisi economica che, insieme all’apprezzamento dello yen, causeranno la più pesante perdita operativa della sua storia alla chiusura dell’esercizio in corso, al 31 marzo prossimo.

Sony, in una nota, spiega che Chubachi diventerà vice presidente, anticipando altri cambiamenti nella struttura manageriale del gruppo. Ad esempio, Kazuo Hirai, a capo di Sony Computer Entertainment, raddoppierà l’incarico assumendo la guida della rete di prodotti e servizi del gruppo.

Il colosso nipponico, che paga il tracollo delle vendite principalmente nel settore delle tv a schermo piatto e di altri prodotti elettronici come pure il forte apprezzamento del yen, ha annunciato di attendersi una perdita operativa record di 260 miliardi di yen, al 31 marzo. Anche per questo, Sony ha dichiarato di voler radicalmente rinnovare le attività dell’elettronica e dei giochi attraverso una gestione capace di aumentarne redditività e competitività.

"Questa riorganizzazione – ha commentato Stringer – è stata progettata per trasformare Sony in una società globale più innovativa, integrata e agile, e per fare in modo che le nuove generazioni di manager siano nel pieno dei poteri". Le novità "renderanno ora possibile a tutte le parti della società di lavorare insieme per assumere una posizione di leadership a livello mondiale e, allo stesso tempo, realizzando grandi cose".

Chubachi, da parte sua, ha assicurato che sosterrà la nuova gestione dando tutto il contributo possibile con le nuove responsabilità. Il rimpasto al vertice di Sony segue quello deciso da altre imprese giapponesi come Toyota e Honda, nell’ambito degli sforzi per rimettere in piedi le attività e i conti messi a dura prova dalla crisi economica mondiale.