Crisi. Ue crea Fondo per salvataggio

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Crisi. Ue crea Fondo per salvataggio

09 Marzo 2010

L’Europa sta preparando un Fondo per stabilizzare le crisi nei paesi dell’Unione. Oggi a Strasburgo, la Commissione europea terrà un "dibattito preliminare" sull’argomento in vista di una decisione da prendere entro giugno.

Probabilmente però, il Fme non nascerà in tempo per offrire eventuali puntelli ad Atene. La decisione sul Fondo europeo andrà di pari passo con un pacchetto di misure per rafforzare coordinamento e sorveglianza delle politiche macro-economiche e di bilancio nonché dei singoli Stati membri, per evitare nuovi casi Grecia nel futuro di Eurolandia.

Ad accelerare improvvisamente le cose, sono stati due fattori tra loro strettamente collegati: la caduta delle resistenze tedesche e l’incontro oggi a Washington tra il premier greco George Papandreou e il presidente americano Barack Obama, con possibile diversione del primo alla non lontana sede del Fondo monetario internazionale.

"Per la stabilità della zona euro e il suo equilibrio interno abbiamo bisogno di un’istituzione con esperienza e poteri analoghi a quelli del Fmi" ha dichiarato domenica il ministro delle Finanze tedesco Wolfgang Schäuble, aggiungendo che presenterà "presto" una proposta che in nessun caso metterà il Fme in concorrenza con il Fmi. Poi Angela Merkel ieri ha ammesso: "I nostri strumenti sono insufficienti, l’Europa deve essere in grado di rispondere alle sfide del momento perché vogliamo risolvere i nostri problemi da soli". Definendo la proposta di Schäuble "buona e interessante".

La Germania si è detta disponibile dopo che il Governo di Papandreou ha adottato ben tre giri di vite successivi per convincere partner europei e mercati della serietà della sue intenzioni di risanamento. Dopo che il suo incontro a Berlino con il cancelliere si era concluso con il silenzio sugli aiuti. Dopo che invece quello di domenica a Parigi con il presidente Nicolas Sarkozy aveva ottenuto convinte offerte di solidarietà: "La Francia sta risolutamente dalla parte della Grecia. L’euro è la nostra moneta e implica solidarietà. Non possiamo lasciar cadere un paese, altrimenti non aveva senzo creare l’euro".

Giocando la carta di Washington, Papandreou è dunque riuscito a dare una scrollata ai dinieghi di Berlino inducendo  l’asse franco-tedesco e la Commissione europea all’azione.