Crocetta sfida Renzi, Pd: “No doppie militanze”

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Crocetta sfida Renzi, Pd: “No doppie militanze”

20 Luglio 2013

Rosario Crocetta, presidente della regione Sicilia e creatore del movimento Megafono, è possibilista: "Sfidare Renzi?" si chiede, "Vediamo…". Crocetta quindi fa un passo avanti per risalire lo Stivale e candidarsi alla segreteria del Pd, mentre candida il suo giovane assessore alla formazione, Scilabra, alla guida della segreteria del partito in Regione. Ma la "doppia militanza", come la definiscono gli apparati del partito, tra Pd e Megafono "non può coesistere". Strada sbarrata, dunque. Ma Crocetta ha un appeal televisivo non indifferente, in principio era riuscito a formare una giunta dialogando con M5S e del dialogo con Grillo è sempre stato fautore, sfrutta il legalitarismo come base fondante della sua visione del partito (per esempio combattendo proprio gli sprechi nella formazione). Un nuovo Vendola? Il leader di SeL è uscito sconfitto dalle elezioni e prima ancora dalle Primare. Crocetta potrebbe impensierire Renzi, che di pensieri ne ha già tanti? Chissà, certo è che il governatore della Sicilia può vantare doti di buona amministrazione come fa il sindaco d’Italia. "Io ho salvato il Pd in Sicilia, perché sarebbe stato travolto dagli scandali, e invece continuo a subire attacchi", dice, "in altri tempi il partito avrebbe mandato uomini come Pio La Torre a fare pulizia", parlando sempre degli scandali sulla formazione. "Perché il mio partito non mi sostiene? Dopo la condanna a morte da parte di Cosa nostra quando ero sindaco a Gela, oggi mi ritrovo nelle barricate a lottare contro il malaffare e gli scandali alla Regione, sto rischiando la pelle. Ma la politica se ne rende conto o c’é un impazzimento totale?". Un messaggio chiaro a Roma, sto arrivando.