Crocifisso, Berlusconi: “La sentenza dei giudici europei è inaccettabile”

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Crocifisso, Berlusconi: “La sentenza dei giudici europei è inaccettabile”

04 Novembre 2009

“Inaccettabile”. Così Silvio Berlusconi definisce la sentenza della corte di Strasburgo che dice no al crocifisso nelle scuole perché lo considera lesivo della libertà di scelta. Il presidente del Consiglio parla di una decisione che “non è accettabile da noi italiani. Siamo in un paese dove non possiamo non dirci cristiani. Credo  che questa decisione sia una di quelle che ci fanno dubitare del buon senso di questa Europa”. Berlusconi ricorda poi che già anni fa si era "battuto in sede di formazione della nuova costituzione europea per il riconoscimento delle radici giudaico-cristiano in Europa" ma che "Paesi estremamente laici come la Francia si opposero". E la sentenza della Corte di Strasburgo, osserva il Cav., “c’è un ulteriore passo in avanti negando il fatto che l’Europa abbia queste radici. E’ inaccettabile”. Il governo ha annunciato il ricorso contro il pronunciamento dei giudici europei e Berlusconi annuncia che la questione sarà esaminata nel prossimo Consiglio dei ministri convocato per venerdì a Palazzo Chigi.

Decisamente più esplicito il commento di Umberto Bossi:  "Una stronzata". Il leader della Lega e ministro delle Riforme ha commentato la decisione della Corte europea dopo aver partecipato a Milano ai funerali della poetessa Alda Merini, spiegando come “l’Europa va forse bene per l’economia, ma non per molte altre cose". Bossi ha poi fatto un riferimento alla poetessa scomparsa sottolineando che la Merini sosteneva che il crocifisso doveva essere esposto soltanto in chiesa ma in tutti i luoghi pubblici. Un pensiero che ha detto di condividere in pieno.

Intanto le proteste dei cittadini si moltiplicano anche sul web.  Su Facebook ad esempio si è costituto un gruppo intitolato “Sì al crocifisso nelle scuole” che ha già raccolto oltre 24mila membri. Moltissimi i commenti che animano la bacheca del gruppo criticando la sentenza della corte europea.