Crocifisso. L’Europa assolve l’Italia: “Resti nelle scuole”

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Crocifisso. L’Europa assolve l’Italia: “Resti nelle scuole”

18 Marzo 2011

L’esposizione del crocifisso nelle scuole italiane non rappresenta una violazione dei diritti dell’uomo, lo ha stabilito la Corte europea dei diritti dell’uomo con sede a Strasburgo.

La decisione, presa con 15 voti a favore e solo 2 contrari, diventa vincolante per tutti i 47 Paesi che sono membri del Consiglio d’Europa, cane da guardia del continente per il rispetto dei diritti. Nella sentenza definitiva pronunciata nel caso "Lautsi e altri contro Italia",  la Corte ha stabilito la "non violazione dell’Articolo 2 del Protocollo n: 1 (diritto all’istruzione) alla Convenzione europea dei diritti dell’Uomo". Nello specifico, secondo la Corte, "se è vero che il crocifisso è prima di tutto un simbolo religioso, non sussistono tuttavia nella fattispecie elementi attestanti l’eventuale influenza che l’esposizione di un simbolo di questa natura sulle mura delle aule scolastiche potrebbe avere sugli alunni".
Nel novembre 2009 la Corte disse che il crocifisso poteva disturbare gli alunni non cristiani o atei, ma diversi Paesi fecero appello.

In una nota il ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, Mariastella Gelmini ha espresso profonda soddisfazione per la sentenza della Corte di Strasburgo: "Si tratta di una grande vittoria per la difesa di un simbolo irrinunciabile della storia e dell’identità culturale del nostro Paese”. Per la Gelmini "il Crocifisso sintetizza i valori del Cristianesimo, i principi sui cui poggia la cultura europea e la stessa civiltà occidentale: il rispetto della dignità della persona umana e della sua libertà”.

”E’ un simbolo dunque – conclude – che non divide ma unisce e la sua presenza, anche nelle aule scolastiche, non rappresenta una minaccia né alla laicità dello Stato, né alla libertà religiosa. Oggi è un giorno importante per l’Europa e le sue istituzioni che finalmente, grazie a questa sentenza, si riavvicinano alle idee e alla sensibilità più profonda dei cittadini”.

Il pronunciamento di oggi è stato salutato "con grande soddisfazione" dal ministro degli Esteri Franco Frattini secondo cui "la decisione interpreta soprattutto la voce dei cittadini in difesa dei propri valori e della propria identità".