Crollano i consumi, il Premier invita a ottimismo
28 Dicembre 2008
di redazione
La crisi economica mette in ginocchio i settori produttivi, con pesanti ricadute sull’occupazione, e fa crollare i consumi. Circostanza tuttavia negata dal premier Silvio Berlusconi, che chiede più fiducia e ottimismo. Intanto, la Cgil lancia l’allarme salari; mentre la Cisl sollecita il Governo a convocare al più presto le parti sociali per individuare un percorso condiviso per gestire gli effetti della crisi.
La crisi non molla la presa e per il 2009 il quadro non appare confortante. Le associazioni dei consumatori parlano di vera e propria emergenza. Telefono Blu riferisce di un "calo impressionante" dei consumi a Natale. E le previsioni per i saldi di gennaio non sono migliori. I consumatori stimano una diminuzione tra il 15 e 20%. Colpa, forse, anche dei salari che perdono potere d’acquisto. Questa, almeno, è la chiave di lettura della Cgil.
Secondo l’Ires-Cgil, infatti, nel 2008 la crescita dei salari risulterà in linea con il tasso di inflazione. Anticipando i dati del rapporto sulle retribuzioni, che sarà diffuso a gennaio, la confederazione di corso d’Italia denuncia che le buste paga aumenteranno del 3,4-3,5% in linea con l’andamento dell’inflazione. Un dato che significa che le retribuzioni sono ferme. Le retribuzioni saranno più alte a livello nominale, ma più basse in termini di disponibilità reale rispetto all’inflazione. Inoltre, aumenta il gap tra le retribuzioni di operai e impiegati e imprenditori e liberi professionisti.
Berlusconi invita però a non fare allarmismi. "Non c’è stato alcun calo" dei consumi dei generi alimentari e "anche gli altri generi – spiega – si sono mantenuti più o meno sui livelli degli altri anni. Ho parlato con il presidente dei commercianti Carlo Sangalli che mi ha detto di essere soddisfatto. E poi, ripeto, tutto sta nelle nostre mani".
Il leader della Cisl, Raffaele Bonanni, sollecita un tavolo di confronto, a partire da gennaio, e fissa i confini della discussione: riforma dei contratti, settimana corta, cabina di regia sugli investimenti, energia, conoscenza e istruzione. Secondo Bonanni il confronto "può spingere verso una realtà operosa che riesce a rimuovere tutti i gap che abbiamo, compreso la maggiore produttività delle aziende".
Il sindacato di via Po lamenta però ritardi da parte del Governo. "E’ preoccupante – afferma Bonanni – che il Governo ancora non si fa sentire. Avevamo detto che queste cose avrebbero costituito occasione pubblica con tutte le parti sociali e anche con l’opposizione, perchè in una situazione così straordinaria tutti devono poter dire la propria e poter spingere in una sola direzione. E’ quando le cose vanno male che bisogna darsi da fare, cooperare, trovare soluzioni. Sbaglia chi alza polveroni, chi come nel sindacato ritiene che tutto si risolva con la protesta. E chi nel Governo ritiene che ogni decisione debba essere presa al riparo da occhi e orecchie indiscreti".
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fonte: APCOM