Crollato il modello Roma ora Alemanno deve ricostruire

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Crollato il modello Roma ora Alemanno deve ricostruire

28 Aprile 2008

Gianni Alemanno è il nuovo sindaco di Roma. Una vittoria sulla quale appena un mese fa veramente in pochi avrebbero scommesso. Fin dal primo scrutinio di appena cinquanta sezioni su 2600 si era definito il risultato. Alla fine il distacco è stato addirittura di centoventimila voti: più di sette punti percentuali.

Una dura lezione alla iattanza con cui il centrosinistra ha condotto la campagna elettorale in queste due settimane tra il primo e il secondo turno. Per capire a che livello fosse arrivata la presunzione degli sconfitti basta risentire la sicumera con cui Rutelli diceva: “Alemanno deve recuperare ottantaduemila voti. Uno stadio, una città di medie dimensioni”. Oppure: “Consiglio ad Alemanno di accettare quel posto da ministro che gli hanno promesso!”. O ancora l’icona della romanità de sinistra, Sabrina Ferilli, che all’ultimo comizio con Rutelli e Veltroni, ha detto col suo accento poco romano e molto di Fiano: “A gonfronto con questa ggente della destra che si candida a governare Roma anch’io me sento Schopenhauer”.

I romani hanno detto stop al modello Roma di cartone, fatto solo di quinte sceniche, preparate per una rappresentazione dietro la quale la città stava agonizzando, sfuggita completamente al controllo dell’amministrazione. I cittadini hanno investito in uno schieramento che ha sempre privilegiato la concretezza amministrativa alle paillettes da tappeto rosso.

Ora comincia una stagione nuova nella quale il neosindaco non dovrà avere timori reverenziali, nè ovviamente dar seguito a rese dei conti. Ma d’altra parte Alemanno l’ha chiarito subito. Si tratterà di rimboccarsi le maniche per affrontare con impegno e rigore le emergenze della Capitale. Prima di tutto la sicurezza. Che non vuol dire lanciare, come ha cercato di contrabbandare il centrosinistra, un’assurda caccia all’extracomunitario, ma far tornare il dominio della legge: chi commette reati va in galera e ci rimane fino all’ultimo giorno di pena. 

Siccome, al di là del buonismo e degli slogan della “città dell’accoglienza”, la realtà delle statistiche ci racconta che la maggior parte dei reati sono commessi da cittadini stranieri, evidentemente si dovrà dar seguito a quegli allontanamenti che non si sono compiuti in questi anni. In tutte le città d’Europa, amministrate da destra e sinistra,  non si hanno complessi nel far rispettare la legge, nel chiedere conto a chi vaga senza fissa dimora.

A Roma invece in questi anni si è sempre ritenuto che pretendere il rispetto, anche da parte degli extracomunitari, degli stessi doveri che si chiedono agli italiani fosse una misura liberticida, in sintesi fascista. Poi si è capito che stava per esplodere la pentola, ma evidentemente i romani non sono scemi. Si sono ricordati che fino a un anno fa Veltroni definitva Roma la città più sicura d’Europa.

Un’altra emergenza per Alemanno sarà il decoro e la manutenzione ordinaria delle strade. Rutelli ha tentato di recuperare, facendo promesse di efficienza e cercando di distaccarsi dal suo predeccessore, troppo occupato con i grandi eventi per occuparsi di cose così umili. Ma non è bastato.

Alemanno ha detto nel primo confronto televisivo una verità semplice che evidentemente ha risuonato nelle orecchie di chi lo ascoltava: “Vedete, al di là di tutto, Rutelli ha un problema: lui il sindaco di Roma l’ha già fatto e per ben sette anni. Dunque alcune delle promesse che fa oggi risultano poco credibili. Chiunque può chiedersi come mai non ha fatto tutto questo quando era sindaco?”.

Un altro intervento prioritario sarà certamente rimodulare quel Piano Regolatore Generale che Veltroni ha varato a tutto vantaggio dei grandi costruttori. Un intervento doveroso per fronteggiare l’emergenza abitativa, ancora grave nonostante la grande crescita di costruzioni di questi anni. Il Piano veltroniano ha messo a rischio l’Agro romano  in modo inaccettabile – un patrimonio paesaggistico che nessuno, neanche i palazzinari degli anni Sessanta, si era sognato di intaccare a tal punto – senza intercettare la carenza di case per le categorie più deboli.

Governare una città come Roma è difficile, molto difficile. Riteniamo Alemanno una persona molto concreta e avveduta. Dunque confidiamo che saprà dotarsi di tutte le professionalità necessarie per fronteggiare l’immane lavoro che lo attende. Professionalità interne all’amministrazione capitolina, ma anche esterne. L’importante sarà non cadere nell’ideologia uguale e contraria a quella secondo la quale gli esterni sono sempre meglio.

Roma ha bisogno di un grande piano di modernizzazione e di riqualificazione: un progetto che ne ridefinisca e ne recuperi l’identità, in questi anni sempre più offuscata in ossequio a una presunta veste internazionale, in realtà molto provinciale.   

Certamente la collaborazione con il Governo nazionale di Berlusconi consentirà al nuovo Sindaco di avere le risorse necessarie per dare a Roma tutte le infrastrutture di cui ha bisogno, magari attuando pure quel federalismo fiscale di cui ha parlato in campagna elettorale, per entrare, stavolta sì non solo a parole, nel novero delle grandi capitali europee.