Crollo del “Morandi”, il meglio e il peggio dell’Italia

LOCCIDENTALE_800x1600
LOCCIDENTALE_800x1600
Dona oggi

Fai una donazione!

Gli articoli dell’Occidentale sono liberi perché vogliamo che li leggano tante persone. Ma scriverli, verificarli e pubblicarli ha un costo. Se hai a cuore un’informazione approfondita e accurata puoi darci una mano facendo una libera donazione da sostenitore online. Più saranno le donazioni verso l’Occidentale, più reportage e commenti potremo pubblicare.

Crollo del “Morandi”, il meglio e il peggio dell’Italia

16 Agosto 2018

Le immagini delle macerie del Ponte Morandi di Genova sono ancora sui tiggì e sui giornali di tutto il mondo. Le squadre di soccorso sono tutt’ora a lavoro e i tecnici alla prese con la ricostruzione delle cause effettive di quanto accaduto. “Chi ha sbagliato deve pagare” è il mantra ripetuto dal premier Conte e dagli uomini di governo. Giustamente. Tuttavia per arrivare a questo, ci sono dei passaggi da non trascurare.

E’ bene ricordare, infatti, che in tutti i paesi civili, in caso di incidente aereo, navale, ferroviario, stradale, prima i tecnici sono deputati ad accertare le cause del disastro, i magistrati poi ad inquisire gli eventuali responsabili e i politici infine ad assumere le conseguenti decisioni. Ora invece mentre il Ministro dell’Infrastrutture Danilo Toninelli annuncia che il suo ministero si costituirà parte civile contro la società concessionaria del ponte, l’ex ministro delle Infrastrutture ed ex magistrato Antonio Di Pietro, convenzione alla mano, sostiene viceversa che le responsabilità della mancata vigilanza siano proprio del ministero delle infrastrutture che, a suo dire, dovrebbe stare dalla parte degli imputati.

Insomma, ancora una volta nelle tragedie l’Italia riesce a dare il meglio e il peggio di sé. Da un lato vigili del fuoco, forze dell’ordine, membri della Protezione Civile che si prodigano con grande generosità mettendo giustamente in primo piano il tentativo di salvare vite umane, dall’altro proclami e dichiarazioni di uomini di governo (soprattutto pentastellati), parlamentari, politici, magistrati e opinionisti tutte rigorosamente rilasciate sulla non conoscenza delle cause che hanno determinato il crollo dell’ormai tristemente famoso in tutto il mondo “Ponte Morandi” di Genova.

Una domanda sorge spontanea: è troppo chiedere, per il rispetto dovuto alle vittime e ai loro familiari, che i governanti e i magistrati parlino quando si saranno accertate le cause del crollo anche per evitare preventivamente che altri manufatti facciano la stessa fine?