Cronaca di un attentato annunciato
23 Marzo 2018
di redazione
Le forze dell’ordine conoscevano bene l’autore dell’attentato di Trèbes, nella Francia del Sud. Lo tenevano sott’occhio da un bel pezzo seguendone ogni spostamento. Eppure la tragedia non è stata scongiurata. L’uomo, Redouane Lakdim, 25 anni, di origini marocchine, al grido “Allah Akhbar” ha ammazzato tre persone e ne ha ferite 16.
Ucciso dalle “teste di cuoio” che hanno fatto il bliz nel supermercato in cui si era rifugiato dopo una folle corsa in macchina da Carcassonne, la cittadina medievale dove la mattanza ha avuto inizio, l’attentatore ha chiaramente detto di essere un soldato dell’Isis e di aver agito per vendicare la Siria. Chiuso nel centro commerciale insieme agli ostaggi ha anche chiesto la liberazione di Salah Abdeslam, l’unico superstite del commando che il 13 novembre 2015 colpì lo Stade de France, i ristoranti di Parigi e il Bataclan, provocando la morte di 130 persone.
Il ministro dell’Interno francese, Gerard Collomb, si è affrettato a spiegare che “era un piccolo delinquente comune, noto per spaccio di stupefacenti”. La verità è che Redouane Lakdim, era conosciuto anche dai servizi segreti che lo sorvegliavano dal 2013 perché sospetto di radicalizzazione islamica. L’uomo, finito in carcere a Carcassonne nel 2016, era molto attivo sui social network salafiti con un profilo simile a quello di molti altri terroristi: doppia nazionalità, piccola delinquenza, spaccio e consumo di stupefacenti, rapido passaggio all’Islam radicale.
Il dettaglio che aggiunge a questa ennesima cronaca di terrore in Francia una nota ancor più triste è il coraggio di un gendarme di 45 anni che si è spontaneamente offerto di rimanere nelle mani del terrorista al posto dei sequestrati e che dall’interno del supermercato ha “guidato” le forze speciali durante il blitz. L’eroe è stato raggiunto da un colpo d’arma da fuoco esploso dal terrorista durante il blitz ed è morto in ospedale nella notte. A parte questo, ciò che resta di questo attentato, il primo di matrice islamica dopo la fine dello stato di emergenza e la nuova legge anti-terrorismo voluta dal presidente Macron, è solo paura e, tanta, tanta rabbia. Perché, ci si chiede, quella mano assassina non è stata fermato in tempo?