Cyberguerra, Usa minacciano Russia: “Pronti ad attaccare Mosca in ogni momento”
16 Ottobre 2016
Il vice presidente John Biden ha registrato un’intervista nella quale prova a mettere in guardia Vladimir Putin: “Siamo pronti a scatenare un attacco cibernetico contro la Russia. Sarà quanto più vasto e dannoso possibile, e lo lanceremo nel momento che riterremo più opportuno”. Il vice di Obama si augura che la minaccia convinca il leader russo a desistere da prusunti ulteriori tentativi di interferire con le elezioni americane.
Biden non dice nell’intervista quali saranno gli obiettivi della risposta americana, né quando saranno colpiti. L’unica indicazione a riguardo è quella che la scorsa settimana ha dato il portavoce di Obama Josh Earnest: “le nostre contromosse avranno un largo raggio di azione, e saranno proporzionate all’offesa subita”.
Una guerra fredda 2.0 come si usa dire e questa volta a ragion veduta visto che si combatte a colpi di battaglie cibernetiche. Gli analisti si dividono sulla interpretazione da dare allo scambio di accuse e ritorsioni tra Mosca e Washington. I russi le hanno sperimentate in Georgia e in Ucraina. E secondo gli strateghi elettorali della Clinton sarebbero dietro le rivelazioni di Wikileaks.
L’annuncio dell’attacco è un goffo tentativo di Obama di fare vincere Hillary. La stampa ci è cascata e questo ci dice molto su come i media siano schierati. La replica del Cremlino a tutta questa faccenda? Poche battute per rispondere ai democrats: “Minacciando la Russia di scatenare un attacco hacker, gli Stati Uniti ammettono per la prima volta di essere coinvolti in queste attività ”. Lo ha detto Vladimir Putin, secondo Tass e Interfax, mentre sale la tensione tra i due Paesi. E aggiunge: “naturalmente questo è contrario alle norme internazionali“.
Il presidente russo dice poi che Mosca non ha alcuna intenzione di interferire nella campagna elettorale americana e spiega: “Sacrificare le relazioni tra Usa e Russia per ragioni di politica interna americana è dannoso e controproducente”. Certo, osserva ancora, “Clinton ha scelto una retorica aggressiva verso di noi mentre Trump parla di cooperazione nella lotta al terrorismo“.