Da domani la Fondazione Magna Carta porta a Roma gli “Obama Boys”

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Da domani la Fondazione Magna Carta porta a Roma gli “Obama Boys”

07 Ottobre 2009

In un periodo particolarmente difficile della storia politica ed economica degli Stati Uniti d’America, la Fondazione Magna Carta ospita a Roma una pattuglia dell’intellighenzia obamiana, in occasione del consueto appuntamento annuale sulle "Nuove Relazioni Transatlantiche". La conferenza del 2009 è stata organizzata in collaborazione con il Forum Strategico del Ministero degli Affari Esteri e si svolgerà nella Sala Conferenze della Farnesina.

Tra tra l’8 e il 9 ottobre, numerose personalità del mondo politico e accademico, italiano e straniero, siederanno alla tavola rotonda di Magna Carta, per discutere di questioni rilevanti che le si guardi da una parte o dall’altra dell’Atlantico. C’è la presenza istituzionale, naturalmente, con il ministro degli Esteri italiano Franco Frattini e il Capo di Stato Maggiore della Difesa, Generale Vincenzo Camporini, che interverranno insieme al senatore Gaetano Quagliariello, Vicecapogruppo del Pdl al Senato e Presidente Onorario della Fondazione Magna Carta. Tra gli "Obama Boys" ci saranno invece Spencer Boyer, Vice assistente del Segretario di Stato Americano per gli affari Europei ed euro-asiatici, e Ivo Daalder che è il rappresentante permanente degli Stati Uniti alla NATO. Sul fronte diplomatico Elizabeth Dibble, il Vice-Capo Missione dell’ambasciata Americana a Roma, che terrà il discorso di benvenuto, e il nostro Sebastiano Cardi, Vice-Capo missione dell’ambasciata italiana negli Stati Uniti. Pia Luisa Bianco, a capo del Forum strategico del Ministero degli Affari Esteri, ha preso attivamente parte ai lavori di organizzazione dell’incontro. 

Quattro, come da tradizione, le sessioni della conferenza: si parlerà del passaggio dall’amministrazione Bush a quella Obama; del ruolo della NATO destinato ad articolarsi sempre di più intorno ai principi del nuovo "Concetto strategico" elaborati al vertice di Strasburgo-Kehl, in occasione del Sessantennale dell’Alleanza; dei rapporti fra Stati Uniti e Cina nell’affrontare la grave crisi economica e finanziaria internazionale; dei "diritti umani" come responsabilità collettiva dei governi occidentali.

I relatori della prima sessione, Spencer Boyer e Maurizio Molinari, proveranno a mettere fuoco la difficile situazione in cui si trova a dover agire Barack Obama. Il dibattito sarà incentrato sugli elementi di affinità e divergenza con la precedente amministrazione di George W. Bush. A tenere banco, i temi caldi dell’Iraq e dell’Afghanistan, insieme alle scelte di politica interna fatte da Obama che in molti non hanno esitato a definire rivoluzionarie. L’operato del nuovo presidente americano, a quasi un anno dalla sua elezione, sarà valutato anche alla luce dell’originale approccio stabilito con il mondo arabo, che rappresenta almeno in parte una ‘rottura’ con il tradizionale allineamento strategico degli Usa nella regione, accanto all’alleato storico Israele. In questo contesto saranno quanto mai utili le opinioni di esperti dell’area, come Jonathan Laurence (che insegna Scienze Politiche al Boston College), Marco Vicenzino (apprezzato opinionista italo-americano) e dell’onorevole del Pd Umberto Ranieri. 

I Keynote Speakers della seconda sessione, dedicata alla NATO, saranno l’ambasciatore Daalder e Stefano Stefanini, il rappresentante permanente italiano al consiglio NATO di Bruxelles. Quello della North Atlantic Treaty Organization è un tema attualissimo, visto ciò che si è detto sul nuovo "concetto strategico", ma anche riguardo alla sempre più difficile situazione in Afghanistan – tanto più che il presidente Obama ha recentemente definito quella afghana "una guerra della NATO" e non soltanto americana. Ascolteremo con interesse gli interventi di Lawrence Korb, esperto di questioni afghane, oltre a quelli di Fabrizio Luciolli (Segretario Generale del Comitato Atlantico Italiano) e di Daniel Fata (Vice Assistente del Segretario alla Difesa per le politiche europee e la NATO).

La terza sessione sarà imperniata sull’emergere della Cina come nuova grande potenza economica globale. Gli Stati Uniti si stanno già adeguando al mutamento di scenario e considerano il gigante asiatico un imprescindibile partner commerciale. Il ruolo dell’Europa rispetto a questi due attori protagonisti della politica internazionale è ancora tutto da definire: bisogna entrare nel merito della questione per evitare una marginalizzazione del nostro continente su scala planetaria, che lascerebbe campo libero a un possibile G2 tra Usa e Cina. Il professor Cheng Li della Brookings Institution e Beniamino Quintieri (nominato commissario generale del prossimo Shangai World Expo) faranno da relatori principali a questo panel, moderato da Salvatore Rebecchini, membro della Fondazione Magna Carta e dell’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato.

La quarta e ultima sessione sarà incentrata sui diritti umani e sulle comuni responsabilità dei governi occidentali rispetto a questo delicato principio del diritto internazionale. In un mondo in cui gli sconvolgimenti geopolitici rischiano di minacciare seriamente l’ordine democratico garantito dall’America e dai suoi alleati europei, il discorso sui "diritti dell’uomo" è un argomento quanto mai valido e significativo. Con la fine della centralità economica dei governi democratici, infatti, potrebbe venir meno anche l’importanza costituzionale di questi diritti. Keynote speakers della quarta sessione, il direttore del Center for Social Cohesion di Londra, Douglas Murray, e la vicepresidente della Commissione Esteri della Camera Fiamma Nirenstein, da sempre impegnata su questi temi.

In conclusione, questa edizione della conferenza sullo stato delle relazioni transatlantiche vede Magna Carta impegnarsi in una sorta di ‘sondaggio’ su gli umori, le parole d’ordine e le prospettive di alcuni tra i più autorevoli pensatori del mondo "Democrat" americano, come quelli dell’influente Brookings Institution. Sarà un confronto serrato con altri ricercatori di vedute opposte, ad esempio provenienti dall’American Enterprise Institute, un think-tank d’impostazione repubblicana. E non sarà soltanto un dibattito teorico. La presenza di ospiti che occupano ruoli chiave nell’amministrazione americana e in quella italiana – personalità abituate a confrontarsi quotidianamente con la realtà – offrirà importanti indicazioni pratiche su come affrontare le questioni di volta in volta sollevate, contribuendo in modo determinante alla riuscita della conferenza. Da domani, e per due giorni, vi racconteremo com’è andata.