Da Grasso un imbarazzato passo indietro
19 Maggio 2015
di redazione
Intervenendo a un convegno sui diritti omosessuali, il presidente del Senato Grasso dice che mentre in Europa va in scena il matrimonio tra il premier lussemburghese e il suo compagno, “in Italia dobbiamo ancora assistere alle lotte tra sindaci e prefetture per un semplice registro delle unioni civili, o discutere oggi come si possa trasformare la diversità in valore. Sembra incredibile ma è così”.
Tanto incredibile non è, vista la reazione dei parlamentari di Area Popolare. “Spiace constatare che il presidente del Senato prende cappello sulle unioni omosessuali”, commenta il presidente della Commissione lavoro in Senato, Sacconi, “sostenendole al punto tale da pretendere la piena omologazione con i matrimoni, nonostante la Carta costituzionale riconosca solo alla famiglia naturale rilevanza pubblica in quanto naturalmente aperta alla procreazione”.
Per Sacconi, Grasso “viene meno al tanto conclamato principio di legalità nel momento in cui difende i registri comunali criticando governo e prefetti colpevoli solo di aver chiesto il rispetto della legge vigente”. Se mai, dovrebbe “difendere le prerogative del Parlamento”, perché “solo il Parlamento può innovare nella materia e dovrebbe farlo con atti proporzionati al rango delle norme che vuole eventualmente cambiare”.
Concetto ribadito dal senatore Carlo Giovanardi che si rivolge al collega del Pd e non alla seconda carica dello Stato, affermando: Grasso “può vergognosamente definire una lotta il contrasto tra Prefetti che difendono la legalità facendo applicare norme in vigore della Costituzione e del Codice Civile, e sindaci che volutamente le ignorano senza che il Parlamento, sede della sovranità popolare, sia ancora intervenuto a cambiarle”.
Davanti a questa reazione decisa, il presidente Grasso torna sulle sue dichiarazioni, precisando che da parte sua non c’era “nessuna critica ai prefetti, anzi sto cercando di dare loro una mano, perché con una legge si risolvano tutte le eventuali conflittualità”.
Commenta l’onorevole Eugenia Roccella che si è trattato di un “imbarazzato passo indietro”. “Qualcuno spieghi a Grasso che il conflitto tra il ministro Alfano e i prefetti da una parte, e i sindaci dall’altra, non può essere risolto da una legge, nemmeno dalla proposta Cirinnà, che pure è molto radicale”, scrive Roccella su Facebook.
“Si tratta infatti di registrare i matrimoni gay contratti all’estero: MATRIMONI, cioè ‘oggi sposi’, eccetera eccetera”, sottolinea Roccella. “Se Grasso vuole una legge sui matrimoni tra persone dello stesso sesso, qualcosa che va oltre lo stesso ddl Cirinnà, lo dica chiaramente, e consideri che va cambiata anche la nostra Costituzione”.