Da Nonno Mario all’addio posto fisso. Alla sinistra va bene tutto purché senza Cav.
02 Febbraio 2012
“…Lisa, una bambina di due anni e mezzo, alla domanda “che cosa hai visto in TV?”, risponde “Ho visto il nonno Mario, quello che dice le cose giuste per il futuro…”
Firmato “una coordinatrice pedagogica di una cooperativa sociale”
Ma chi è che sceglie le lettere per il sito del governo italiano? Ce lo siamo chiesto in tanti, quando le due righe sopra riportate hanno cominciato a girare in rete. Vengono proprio dal sito ufficiale governativo, sezione “Dialogo con il cittadino”, e potrebbero essere una fonte inesauribile di sfottò, tanto è ridicola la sola idea di una bambina che a due anni e mezzo si mette a guardare le interviste di Monti in TV e le commenta pure, prendendolo per suo nonno.
Da papi a nonno Mario, chiamate il telefono azzurro, magari all’asilo gli spiegano lo spread, sarà la nipote della Merkel, l’ha scambiato con nonno Libero quando legge l’oroscopo, ma che mestiere è la coordinatrice pedagogica di una cooperativa sociale, chissà se esistono coordinatori antipedagogici: se ne potrebbero dire tante. Eppure, se ne sono dette poche. Troppo poche, considerato che la lettera riportata è ancora visibile sul sito ufficiale della massima istituzione italiana.
Dà da pensare, in particolare, il commento de Il fatto Quotidiano, una delle testate più corrosive in circolazione, di quelle che di solito non perdonano. Dopo aver elogiato l’iniziativa del governo – cioè quella di aprire in web una sezione di FAQ, Frequently Asked Questions – si lamentano che gli unici commenti in rete sono le critiche alle quattro mail scelte fra le migliaia arrivate, e rese pubbliche, soprattutto a quella di Nonno Mario. E concludono: “Vabbe’, nonno Mario è una sciocchezza che potevano evitarsi. Come ce ne sono mille, nella mediocrità della comunicazione politica italiana, a destra e a sinistra. Ma possibile che gli unici commenti che ho letto su «nonno Mario» siano del tipo: «Mi ricorda quello che faceva Berlusconi» o «Se una cosa del genere l’avesse fatta B, gli sarebbero tutti saltati addosso»? Ancora con Berlusconi in testa. Ma vogliamo guardare avanti?
Eppure è proprio questo il punto. Tutto va bene, purché senza Berlusconi. Pure nonno Mario sul sito del governo, pure la bambina di due anni che apprezza la politica economica del governo, pure le mail adoranti, quelle firmate come nella prima mail pubblicata: “Impiegato, coniugato, figlio di un portiere di palazzo popolare” – non uno della Bocconi, questo il senso – che confessa ammirato che di Monti ci si può fidare. Tutto va bene, come le dichiarazioni di Monti di ieri sera a Matrix: “I giovani devono abituarsi all’idea che non avranno un posto fisso per tutta la vita. E poi, diciamolo, che monotonia”, e ancora sull’articolo 18 che “Non è un tabù, può essere pernicioso per lo sviluppo dell’Italia e il futuro dei giovani in un certo contesto, ma può essere abbastanza accettabile in un altro contesto".
In questo caso non si tratta di ridicolaggini assolute, come la faccenda di Nonno Mario, ma di opinioni sensate, più o meno condivisibili, che – ancora una volta – le avesse dette qualcuno del governo precedente, sarebbe stato linciato mediaticamente (e forse non solo: ricordate il Duomo in faccia a Berlusconi?).
La domanda ripetuta – cosa sarebbe successo se l’avesse detto Berlusconi – non è un mantra consolatorio degli elettori scornati del PdL. Piuttosto è il tentativo di ricominciare a ragionare sui contenuti e a scrollarsi di dosso strati di stupido odio, depositati negli anni; di guardare alla politica per quella che è, la costruzione del bene comune, nella sfida delle idee e delle culture, e non una corsa all’annichilimento del nemico, costi quel che costi, e muoia Sansone con tutti i Filistei.
Ammettere senza scuse che quella lettera potrebbe al massimo essere un sintomo preoccupante di disturbi mentali, e che solo per errore è stata pubblicata nel sito ufficiale dell’istituzione che ci governa – perché se lo fosse in quanto rappresentativa delle migliaia di lettere arrivate, allora sì che dovremmo allarmarci -, ecco, ammettere questo significa voler mettere a fuoco la realtà, per capire e giudicare il più possibile onestamente quel che è successo in questi anni e soprattutto in questi ultimi mesi al nostro paese.
Sarebbe, sostanzialmente, un primo tentativo di riappropriarsi della politica e rimetterla in gioco, cercando di spazzare via tutto quello che, pian piano, la sta facendo morire.
P.S.: sul sito del governo è stata appena aggiornata la rubrica delle lettere scelte fra quelle mandate al premier. La prima, brevissima: “…"Vedo i segni della stanchezza sul suo volto, ma le volevo scrivere a grandi lettere il mio apprezzamento per il lavoro che sta svolgendo per salvare l’Italia e gli italiani"…
Ripetiamo la domanda: ma chi è che sceglie le lettere per il sito del governo italiano? A chi pensano di mandarle, al Caro Leader? Se l’avesse fatto Berlusconi……