Da outsider a leader, l’anno di Federica
26 Novembre 2013
Dal Consiglio comunale di Pescara al Senato, dove oggi Federica Chiavaroli è vicecapogruppo del Nuovo centrodestra e membro della commissione Bilancio. Tutto nell’arco di pochi mesi per la 43enne imprenditrice, protagonista di un’ascesa che ha dell’incredibile.
Un 2013 da ricordare.
«Certo, per tante ragioni. Ad iniziare dall’inaspettata elezione in Senato, a febbraio. Ero al quinto posto nella lista Pdl, che secondo le aspettative avrebbe dovuto eleggere uno o al massimo due senatori».
Ci fu il solito rush finale di Berlusconi.
«La sua fu una splendida campagna elettorale, ma non sarebbe bastata senza l’apporto determinante di Chiodi, Quagliariello e altri. Altrimenti non si spiegherebbe perché in Abruzzo il Pdl vinse meglio che altrove».
Poi sono successe tante altre cose per lei.
«Sono stata chiamata nella commissione Bilancio, la più importante del Senato, dove mi sono tra l’altro occupata del decreto emergenza per L’Aquila. Da lì, un crescendo: l’elezione del presidente della Repubblica, la scissione del Pdl, la nascita del Nuovo centrodestra, la vice presidenza del gruppo».
Tanti amici di ieri militano oggi in un altro partito. Non le crea qualche imbarazzo?
«Certo, soprattutto in Abruzzo e a Pescara dove ho partecipato in modo molto intenso alla politica degli ultimi cinque anni. I rapporti personali non sono in discussione, ma è un dato di fatto che oggi alcune persone con cui condividevamo lo stesso percorso ora sono da un’altra parte».
Si sono divise anche le strade con Antonio Razzi che ha detto di amare Berlusconi più della sua mamma. Rimpianto o sollievo?
«Preferirei non rispondere a questa domanda. Diciamo che mi sento sollevata visto che io non potrei mai dire di amare qualcuno più di mia madre e dei miei figli».
Berlusconi invoca nuovamente la piazza. Crede che la radicalizzazione dello scontro politico possa creare un ulteriore strappo con il vostro partito?
«Se abbiamo fondato un nuovo movimento è perché non condividiamo una deriva estremistica che fa soprattutto male a Berlusconi. Sulla decadenza continueremo a difenderlo, ma in aula».
Fra pochi mesi si tornerà al voto per la Regione in un clima politico profondamente mutato rispetto a quello del 2008. Cosa c’è da aspettarsi?
«Chiodi merita di essere rieletto perché ha amministrato bene in questi drammatici cinque anni segnati da contingenze come il terremoto e la crisi economica. La novità è il movimento di Grillo, ma quando ci sono di mezzo le preferenze il voto degli elettori prende un’altra strada».
(Tratto da Il Messaggero)