Da Schittulli decisione responsabile, giusto confrontarsi sulle divergenze senza spaccature
18 Novembre 2011
Nelle ultime settimane la vicenda Schittulli – vale a dire le dimissioni presentate dal presidente della provincia di Bari per contrasti interni alla coalizione, in particolare con il Pdl – ha visto tutto il centrodestra pugliese impegnato a ricucire lo strappo e scongiurare la rottura definitiva. Il confronto non è stato né semplice né immediato ma alla fine, racconta il vicecoordinatore provinciale del Pdl, Domi Lanzilotta, «ha prevalso il senso di responsabilità».
Dopo diciotto giorni, alla fine ieri il presidente della provincia di Bari, Franceso Schittulli, ha ritirato le sue dimissioni. Cosa gli ha fatto cambiare idea?
«Credo che abbia prevalso il senso di responsabilità. Le dimissioni possono essere state giudicate da qualcuno come una pagliacciata, da altri come rito da prima Repubblica, ma è chiaro che un presidente non si dimette se non c’è un malessere. Forse è mancato il dialogo, l’incontro tra la coalizione e un suo rappresentante. Dopo questi primi due anni di amministrazione c’è stato un chiarimento. Il professor Schittulli è un oncologo di fama internazionale che prende decisioni rapidamente, forse si è sentito stretto negli spazi della politica. La macchina amministrativa per funzionare ha bisogno di decisioni rapide e condivise, spesso i tempi dei partiti, gli impegni dei singoli, aumentano le distanze. Qualche volta è capitato anche nel Gruppo PdL in Consiglio provinciale. Ma credo che, al di là di ciò, si possa serenamente proseguire l’esperienza alla guida della provincia di Bari. E la decisione di Schittulli va proprio in questa direzione».
Cambierà qualcosa nell’assetto amministrativo della provincia e, se sì, cosa?
«Il presidente Schittulli non lo ha escluso e, in questo modo, ha sottolineato le sue prerogative. Da parte mia, come vicecoordinatore provinciale del Pdl, ritengo però utile sottolineare che gli assessori del Pdl hanno lavorato bene. Lo hanno fatto il vicepresidente Altieri e l’assessore Diperna, solo per citarne due. E quando si opera bene la continuità amministrativa diventa un valore da tutelare. Per questo la mia opinione è che le deleghe debbano rimanere quelle esistenti e quanto prima il Popolo della Libertà dovrà completare la sua squadra a sostegno dell’azione del presidente Schittulli».
Spiegando la sua decisione, Schittulli ha parlato anche di "falsità, maldicenze, mistificazioni e congiure" nei suoi confronti che non troveranno sponda. A cosa si riferiva?
«È un punto che Schittulli non ha volutamente chiarito e non sarò io ad interpretare le sue parole».
Questa vicenda si inserisce in un contesto molto delicato per il centrodestra pugliese, che negli ultimi tempi ha dato molto spesso l’impressione di farsi la “guerra in casa". Cosa sta succedendo?
«Il Pdl è un “popolo” composto da diverse “etnie”. Intendo dire che nel Pdl sono confluite le esperienze, le storie e i valori di diversi partiti. È naturale, dunque, che qualche volta si manifestino delle divergenze. Questo non significa guerra ma confronto, a volte anche duro e serrato, utile comunque al raggiungimento dell’obiettivo comune. Spesso è difficile, lo capisco, fare un passo indietro rispetto alle proprie ambizioni, ma per i nostri valori dobbiamo essere disposti a farlo. Ed è proprio sui valori che il centrodestra pugliese deve avviare un processo di allargamento dei propri confini. È un momento difficile, la crisi dei mercati internazionali ha penalizzato il
nostro paese e siamo tutti chiamati ad assumere decisioni necessarie ed impopolari. Noi del Pdl faremo quanto possibile, a livello nazionale, per sostenere quelle decisioni che puntino allo sviluppo e al contenimento della spesa pubblica, ma certamente non approveremo norme inique. Quanto alla Puglia, continueremo a vigilare sull’operato del Governo Vendola, che ha inspiegabilmente portato la Regione sull’orlo di un baratro».
Quali sono le strategie per il futuro che il Pdl intende mettere in campo?
«Il Pdl ha già iniziato un processo di evoluzione. Per la prima volta abbiamo lanciato una campagna di tesseramento che in Puglia ha dato segnali confortanti. Ora si apre la stagione congressuale, durante la quale le anime che compongono il Pdl potranno creare le sinergie necessarie per formare una dirigenza capace di operare e collaborare. Poi c’è la preparazione delle amministrative di maggio e l’indicazione dei candidati sarà determinante per la vittoria. Per questo ci affideremo alle Primarie sul modello della proposta di legge che vede come primo firmatario il vicepresidente dei senatori del Pdl, Gaetano Quagliariello. Nelle diverse realtà in cui saremo chiamati ad eleggere i sindaci, il Pdl dovrà essere vincente, e lo sarà se si aprirà ai moderni strumenti per l’individuazione dei candidati nel rispetto dei cittadini e dei valori che da sempre contraddistinguono il Popolo delle Libertà».