D’Addario usa e getta

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D’Addario usa e getta

03 Luglio 2010

 

Questo giornale non è certo sospettabile di voler assumere difese d’ufficio nei confronti di Patrizia D’Addario. Ma ci ha fatto un certo effetto vedere la piazza dell’articolo 21, la piazza dei diritti democratici, la piazza della libertà d’espressione per tutti, bollare come "sgradita" la presenza della escort alla manifestazione contro la cosiddetta "legge-bavaglio".

Eppure ci era parso di ricordare che quei campioni di democrazia accorsi in piazza Navona al grido "intercettateci tutti" erano gli stessi che avevano gridato alla censura quando qualcuno aveva sollevato dubbi sulla opportunità della presenza della D’Addario in prima serata sugli schermi della tivvù di Stato, o sulla compatibilità con i capisaldi di uno Stato di diritto della diffusione sui siti web di settimanali di sussurri rubati in una camera da letto.

Andava bene Patrizia D’Addario per ribattezzare col suo nome, non senza una certa superficialità, un emendamento al ddl intercettazioni. Ma guai se la reproba si presenta in una pubblica piazza pensando che in fondo se si manifesta per il diritto di espressione per tutti, di quel diritto possa godere pure lei: in ossequio alla migliore tradizione farisaica l’ex primadonna di "Annozero" s’è vista scagliare addosso la prima pietra, la seconda e pure la terza, fra i fischi e le contestazioni.

"La D’Addario non è gradita da noi", ha sentenziato Roberto Natale della Fnsi. "Mi sembra eccessivo che una escort sia venuta qui nel retropalco a fare la sua conferenza stampa", gli ha fatto eco Benedetta Buccellato dell’Associazione per il teatro italiano, "è la vergogna della nazione". Insomma, passi per le ospitate in pompa magna nella trasmissione di Michele Santoro e per le interviste squadernate sui giornaloni della grande stampa democratica: il suo tempo è passato, la sua missione anti-Berlusconi è compiuta e in perfetto stile "usa e getta" i podisti della libertà di parola radunati in piazza contro il bavaglio hanno pensato che fosse il momento di ricacciare la loro ex icona nell’anonimato dal quale la stessa grande stampa democratica l’aveva ripescata nel tentativo di far fuori il Cavaliere attraverso i suoi pruriginosi memoriali.

"Voleva solo pubblicizzare il suo libro": così qualche ora più tardi gli animatori di piazza Navona hanno tentato di spiegare tanta ostilità contro la presenza dell’ex paladina dell’assalto al potere berlusconiano. E’ notorio infatti che ai tanti altri testimonial della libertà di stampa di vendere i propri libri non interessi nulla. E per non essere tacciati di blasfemia ci fermiamo qua.