“Dagli insulti di Scalfaro al diverso stile di Napolitano “
24 Ottobre 2008
“Travaglio è arrivato a scrivere che nella Costituzione ci sarebbe una norma, quella del giusto processo, cioè la nuova formulazione dell’articolo 111, che sarebbe anticostituzionale…" Che vuole che le dica? Meno male che non è lui a decidere in Italia cosa è o meno costituzionale". A parlare è Giuseppe Frigo , 73 anni, neo eletto giudice costituzionale al posto di Romano Vaccarella, alla fine di un tribolatissimo percorso durato 15 mesi. Frigo ha prestato giuramento la mattina di giovedì 23 ottobre 2008. E a “l’Occidentale” assicura: “Le mie idee garantiste resteranno tali, non rinnego le mie battaglie di quando ero presidente dell’Unione delle Camere penali”.
Professor Frigo, che ne pensa del “benevenuto” che Marco Travaglio le ha dato sull’Unità di ieri?
“Pradossalmente io a Travaglio lo devo ringraziare".
Perché?
“Perché lui irridendo il giusto processo irride la Costituzione e io difenderò la Costituzione anche da chi la irride e la difenderò da giudice come già feci da avvocato. In particolare difenderò proprio quel principio del “giusto processo”, poi recepito nella nuova formulazione dell’articolo 111.”
Travaglio definisce incostituzionale un articolo inserito nella Costituzione..
“Da una parte sembra una contraddizione in termini: può la Costituzione, sia pure in un suo articolo singolo, essere incostituzionale? Dall’altra dico a me stesso: meno male che non è Travaglio a decidere in Italia cosa sia o meno costituzionale.”
Come ricorda quei giorni di battaglia degli avvocati penalisti italiani proprio contro la decisione della Consulta sull’articolo 513 del codice di procedura penale?
“Li ricordo come giorni fondamentali per lo stato di diritto, da lì nacque l’esigenza bipartisan di costituzionalizzare il giusto processo, le nostre astensioni dalle udienze non furono fini a sé stesse come qualcuno lasciava intendere, e la stessa Consulta in seguito ci avrebbe dato ragione difendendo l’articolo 111 dagli attacchi corporativi di una parte della magistratura”
Insomma lei non rinnega niente, neanche le polemiche con Scalfaro?
“Scalfaro ci insultò con quelle battute in cui venimmo definiti degli eversori. All’epoca non potemmo che rispondere a tono. Oggi noto il ben differente stile di Napolitano che si rifiuta di farsi coinvolgere nelle polemiche, ad esempio, sulla riforma della scuola.”
E rispetto alla separazione delle carriere dei magistrati? La pensa sempre come quando era a presidente dell’Unione delle camere penali?
“Ci mancherebbe. La stessa Costituzione, proprio nell’articolo 111 così come riformato esige questa separazione, Si parla di giudice terzo, non solo imparziale. E la strada maestra è quella.”
Non c’è quindi bisogno di una legge costituzionale ma ne basterebbe una ordinaria?
“Questo è ovvio e la stessa Corte costituzionale lo riconobbe suo tempo quando dichiarò ammissibile il referendum abrogativo di Pannella e dei radicali. Se ci fosse voluta una modifica costituzionale non avrebbe potuto ammetterlo..”
Professor Frigo, la Consulta è considerata dai più come un organismo estremamente politicizzato. Lei che ne pensa?
“Il problema esiste e non voglio prendere posizione. Tocca al legislatore intervenire quando ci sono questo tipo di questioni..”
Con delle leggi costituzionali su “dissenting opinion” e contro le interpretazioni cosiddette additive nelle sentenze della Consulta?
“Per esempio”
Nella Costituzione italiana si deve seguire la prassi e l’ermeneutica oppure bisogna che i giudici siano i fedeli custodi di ciò che è stato scritto finchè non sarà cambiato?
“E’ una “vexata quaestio” di cui si parla molto anche rispetto alle decisoni della Corte suprema americana. E’ logico dunque che se ne parli anche in Italia. Ciò premesso, anche questo è un campo dove è il legislatore che deve fare delle scelte. Da giudice costituzionale mi troverei in imbarazzo a esternare le mie convinzioni in materia che peraltro chiunque può andarsi a ritrovare nei miei scritti e nei miei interventi pubblici. Come le ho detto io non rinnego nulla, al massimo posso cambiare idea. Ma per delicatezza istituzionale un simile argomento in questo momento non posso affrontarlo.”