Dai giudici ancora un attacco alla legge 40 contro il parlamento e nonostante il voto popolare
12 Dicembre 2012
di redazione
"Per l’ennesima volta", dice l’On. Eugenia Roccella, "un tribunale civile attacca la legge 40 su punti già confermati da un referendum, cercando di scavalcare non solo il parlamento ma il voto popolare. Il primo dei quesiti, che riguarda la possibilità di utilizzare per la ricerca gli embrioni ‘soprannumerari’ o malati, farebbe sorridere se non rivelasse un approccio velatamente eugenetico.
Come dovrebbe essere noto, nessun laboratorio di ricerca vuole gli embrioni ‘scartati’ dalla fecondazione assistita, che in molti paesi vengono distrutti in massa dopo alcuni anni, senza che nessun ricercatore li chieda, nemmeno a titolo gratuito. La ricerca internazionale sugli embrioni umani (ormai abbandonata dalla gran parte degli studiosi, a partire da Ian Wilmut) utilizza infatti embrioni appositamente creati. Il quesito, quindi, minaccia di essere solo ideologico.
Per quanto riguarda la revocabilità del consenso, ricordiamo che si tratta di una necessaria assunzione di responsabilità genitoriale, di fronte a una procreazione che non avviene casualmente ma al termine di un lungo, faticoso e costoso percorso di coppia, durante il quale, invece, fino al momento della fecondazione, il consenso è sempre revocabile".