Dal mondo arabo applausi a Israele per il caso Olmert

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Dal mondo arabo applausi a Israele per il caso Olmert

03 Giugno 2008

Il caso di corruzione che ha coinvolto il Primo Ministro Ehud Olmert ha suscitato profondo ammirazione nei confronti di Israele all’interno del mondo arabo, dove in molti si sono appellati ai propri governanti affinché anche il loro paese possa beneficiare di un sistema democratico e di un apparato giudiziario indipendente sul modello israeliano. Le manifestazioni di apprezzamento verso Israele sono un fenomeno raro all’interno del mondo arabo. Tuttavia, considerando la reazione di molti arabi all’accusa di corruzione di Olmert la scorsa settimana, la tendenza sembra essersi invertita. Persino gli arabi che amavano autodefinirsi “nemici giurati dell’entità sionista” hanno ora  iniziato a tessere le lodi di Israele.

Nelle scorse settimane, il caso di corruzione che ha visto implicato il primo ministro Olmert ha conquistato l’attenzione dei media, intensificando le richieste per una maggiore trasparenza e responsabilità nel mondo politico arabo. “Indicatemi un paese arabo o islamico dove il primo ministro o qualsiasi alto funzionario di Stato sia mai stato indagato per corruzione o concussione”, ha scritto un lettore che si fa chiamare soltanto “Majed”. Majed, insieme a molti altri, aveva lasciato il proprio commento a margine di un articolo apparso su un sito arabo; il pezzo parlava della testimonianza al processo Olmert da parte del filantropo americano Morris Talansky, il quale ha riferito alla polizia come il premier israeliano avesse accettato da lui più di 150mila dollari in contanti nel corso degli ultimi 14 anni. Un altro lettore, Sami, ha commentato: “Il regime israeliano può anche avere tutti i difetti del mondo, ma è sempre meglio delle cosiddette ‘democrazie’ arabe; e in più ha un primo ministro e un governo che si rinnovano ciclicamente”. Un cittadino saudita di nome Abdel Karim ha fatto appello ai suoi fratelli arabi affinché cessino le critiche ad Israele, e si inizi piuttosto ad imparare qualcosa dal suo sistema democratico. “Prima di maledire Israele, dovremmo guardare al suo apparato giudiziario e alla sua democrazia, dove nessuno è al di sopra della legge”, ha scritto. Khaled, un altro cittadino saudita, aggiunge: “Benché si parli di Israele, che io stesso odio più di qualunque altra cosa, devo ammettere che lì nessuno è al di sopra della legge”. Mahmoud al-Bakili, yemenita, ha lasciato la sua testimonianza su uno dei tanti siti web: “Vogliamo lo stesso tipo di responsabilità e trasparenza nel mondo arabo ed islamico”. E poi c’è questo commento di un arabo che si fa chiamare Voce siriana: “Nonostante il mio forte rancore verso il regime sionista, nutro profondo rispetto e ammirazione per questa entità, perché al suo interno nessuno è al di sopra della legge. Nel mondo arabo, si infrange la legge ogni giorno e a nessuno sembra importare”. 

Lo scrittore egiziano Abdel Aziz Mahmoud non crede possibile che anche i grandi capi arabi verranno un giorno processati per molestie sessuali o corruzione: “Non penso che potremo mai vedere la polizia che interroga un leader arabo per aver molestato la sua segretaria, o per aver intascato tangenti”, ha scritto. “Nemmeno i nostri figli o i nostri nipoti vivranno fino a vedere quel giorno. Quanto è accaduto in Israele non sarà mai realtà in un paese arabo”. Alcuni arabi sono arrivati al punto di rimproverare duramente il proprio popolo per non essere stato capace di sollevarsi contro i propri dittatori corrotti. “C’è corruzione nel mondo arabo così come in Israele”, scrive Abu Hadi dall’Iraq, “la differenza è che gli israeliani ritengono responsabili i propri governanti, mentre noi arabi rimaniamo in silenzio osservando la loro immoralità”. Jamal, meglio noto come “Madman”, scrive che “la ragione per cui Israele è sopravvissuto così a lungo è riconducibile al suo sistema giudiziario indipendente ed equo. Sfido i paesi arabi ad instaurare un apparato simile e a sopravvivere”. Molti altri trovano strano che Olmert venga posto sotto accusa per “solo” alcune decine di migliaia di dollari ipoteticamente ricevuti da Talansky: “Si mormora che abbia ricevuto qualcosa come tremila dollari l’anno”, nota Abu Atab dal Marocco, piuttosto superficialmente. “Questo significa che Olmert non è poi così male. Un qualsiasi funzionario di Stato arabo intasca la stessa cifra in tangenti in un solo giorno. I nostri leader rubano milioni di dollari e nessuno si sognerebbe mai di metterli sotto accusa”. Sullo stesso tema torna un giovane algerino: “Nel mondo arabo, gli uomini importanti non si scomodano nemmeno per cifre inferiori al milione di dollari; il denaro viene poi depositato su conti correnti segreti in Svizzera. Se Olmert ha accettato una somma così misera è di sicuro uno sciocco”. 

Un altro commento, questa volta da Ahmed di Giordania, fa riferimento ancora alla quantità di denaro: “Solo qualche migliaio di dollari? Che stupido. É meno di quanto un ministro egiziano intasca in un giorno, un dirigente saudita in 45 minuti e un membro del governo kuwaitiano in 30 secondi”. Un osservatore arabo che si fa chiamare Jasser Abdel Hamid suggerisce a Olmert di chiedere asilo politico in un paese arabo: “Perché non chiede la cittadinanza?”, scrive. “Da noi potrebbe intascare tutto il denaro che vuole, e anche se scoprissero il furto probabilmente gli dedicherebbero un monumento nella pubblica piazza”. Quelli a seguire sono invece commenti recentemente apparsi sulla stampa araba. Scrive Mohammed dal Libano: “Potete immaginare un’indagine che coinvolga un capo arabo o musulmano? Ma vi rendete conto di quanta corruzione verrebbe alla luce?”. Abu Yusef dall’Egitto: “Sfortunatamente per noi questa è la vera democrazia e i nostri nemici sono bravi a metterla in pratica. Nel mondo arabo tutti rubano qualsiasi cosa e nessuno osa mai fare domande”. Aggiunge Rashid dall’Arabia Saudita: “Nonostante tutti i nostri problemi con gli ebrei, loro sono molto più bravi di noi a combattere la corruzione e a far emergere la verità”. Innamorato di Israele dall’Arabia Saudita afferma invece: “Israele è uno Stato che merita di esistere e a cui dobbiamo profondo rispetto. Vorrei anch’io essere cittadino di uno Stato simile”. Prosegue sulla stessa linea Hani da Ramallah: “Questa è la democrazia al suo massimo splendore. Basta dittature nel mondo arabo – impariamo da Israele. Prendiamo esempio dalla loro democrazia”. Conclude Rashid Bohairi dal Kuwait: “Scommetto che lo Stato di Israele sarà un esperimento riuscito. Stanno indagando il loro primo ministro per un affare di poche decine di migliaia di dollari. E perché tacciamo riguardo ai milioni di dollari che Mahmoud Abbas e l’Autorità Palestinese hanno rubato? Perché il popolo palestinese ha ancora fame?”. 

 

© Jerusalem Post 

Traduzione di Alia K. Nardini