Dal processo al Petruzzelli esce rafforzato il mito di Federico II
06 Febbraio 2011
Ieri sera, al teatro Petruzzelli di Bari, è andato in scena il "processo a Federico II" – l’imperatore del Sacro Romano Impero – interpretato per l’occasione dal vicepresidente vicario dei senatori del Pdl Gaetano Quagliariello. Questa originale forma di spettacolo che unisce il palcoscenico alla storia è il secondo appuntamento della rassegna “Giustizia a teatro”, un progetto sulla legalità che il Comitato Scientifico “Organizzare la giustizia” (presieduto dal Procuratore di Bari, Antonio Laudati), in collaborazione con la Fondazione Petruzzelli, ha voluto realizzare per avvicinare i cittadini al mondo della giustizia.
Se poi a entrare in scena è uno dei protagonisti indiscussi del Medioevo, allora la storia si fa ancora più interessante. Federico II degli Hohenstaufen, in Puglia (e non solo), è un vero e proprio mito, avendo ricoperto, oltre al ruolo di re di Sicilia, anche quello di duca delle Puglie, oltre che essere stato principe di Capua, re di Gerusalemme, imperatore dei Romani, re d’Italia e di Germania. Ricordato come simbolo della modernità, modello di tolleranza e convivenza, imbevuto da un’idea di Mediterraneo aperto e scambievole, gli sono stati imputati pesanti capi di accusa: un uomo capace di macchiarsi di grandi atrocità.
Incalzato dalle domande di una pubblica accusa perentoria, decisa a incastrarlo ora sulla strage di Capaccio, ora sulla spedizione militare contro la roccaforte musulmana di Monte Jato, ora sui delitti del frate minore Simone da Montesarculo -, Federico II si è dichiarato fino all’ultimo “serenamente innocente”, con regale schiettezza. La notizia è che alo “Stupor mundi”, il “Puer Apuliae”, scomunicato tre volte, fu peccatore con le sue debolezze e le sue fragilità. “E meno male che non esistevano le intercettazioni telefoniche,” ha tuonato Federico II, “Ai miei tempi c’erano usavamo solo i falconi come messaggeri!".
All’ultimo momento, lo storico Franco Cardini ha declinato l’invito a partecipare all’evento. “E’ un fatto morale – ha detto il medievalista – la presenza di Quagliariello qualifica politicamente la serata”. Forse per evitare il diverbio sarebbe bastato solo prendersi un po’ meno sul serio e, soprattutto, tenere lontano la politica dai teatri. “E’ stato un gesto di pessimo gusto”, secondo il senatore. Tanto più che la manifestazione, che ha il merito di diffondere la cultura storica attraverso i suoi più grandi personaggi, ha fatto registrare il tutto esaurito al Petruzzelli.
Un pubblico attento e che ha partecipato alle diverse fasi del dibattimento, fino al verdetto finale: Federico II fu un grande imperatore o un dittatore sanguinario? Innocente, secondo la corte, la giuria popolare e quella mediatica. Forse se lo avessimo giudicato con le leggi del suo tempo la pena sarebbe stata più severa o chissà… il mito di Federico continua.
Foto di Carlo Cofano