Dal Quirino la nostra sfida per Roma e la buona politica

LOCCIDENTALE_800x1600
LOCCIDENTALE_800x1600
Dona oggi

Fai una donazione!

Gli articoli dell’Occidentale sono liberi perché vogliamo che li leggano tante persone. Ma scriverli, verificarli e pubblicarli ha un costo. Se hai a cuore un’informazione approfondita e accurata puoi darci una mano facendo una libera donazione da sostenitore online. Più saranno le donazioni verso l’Occidentale, più reportage e commenti potremo pubblicare.

Dal Quirino la nostra sfida per Roma e la buona politica

12 Aprile 2016

Davanti a un fitto pubblico di amici e militanti, ieri abbiamo ufficializzato l’apertura di una campagna elettorale per Roma che segnerà un importante spartiacque fra prima e dopo. A venti anni dalla costituzione del Centrodestra, uno schieramento politico che fu inclusivo e capace di mixare uomini e culture provenienti da esperienze assolutamente diverse, il declino di questa coalizione – sempre più incapace di guardarsi criticamente al proprio interno e di avviare una seria politica di rinnovamento – sta determinando un anacronistico arroccamento su metodi e posizioni che sembrano voler semplicemente preservare i propri piccoli orticelli. Puro ed esclusivo istinto conservativo.

Noi abbiamo fatto un’altra scelta. Non per il gusto dell’originalità, ma perché crediamo che il Centrodestra, se questa dizione ha ancora un senso in un mondo assolutamente cambiato da quei lontani anni Novanta, va ridefinito, rifondato, reimmaginato nei metodi e nei contenuti. Roma poteva e può essere ancora il luogo in cui avviare questo importante processo, vincendo una sfida che ha in sé una fortissima valenza simbolica e politica. Una sola la possibilità di vincere e dare una forte scossa all’intera Italia, iniziando a scrivere una nuova storia. E invece, un Centrodestra in totale crisi politica mette veti, si frammenta, non trova la capacità di guardare oltre il proprio fortemente ridimensionato ombelico.

Uno scenario che può essere definito in un solo modo: grottesco. La realtà non può essere stravolta e, al di là del vincere o del perdere, la coscienza della necessità di un grande cambiamento si è oramai accesa e sta lentamente e progressivamente entrando nella mente e nei cuori della gente. Non vogliamo recriminare nulla, ma viceversa rivendicare qualcosa. Rivendicare il gesto del salpare, rivendicare l’emozione di veder gonfiare le vele, consapevoli che è in questi gesti, in questo andare verso una rotta tutta da tracciare, tra incognite, orizzonti intravisti e ignoti, che sta il nostro essere, la nostra visione del mondo e della vita. Siamo uomini, non talpe, spinti dall’emozione del mettersi alla prova, fatti non per vivere dentro tane rassicuranti ma per sfidare la realtà. Tutto questo a Roma, nel mese di Aprile, da un luogo chiamato Quirino.