Dal rapporto con le famiglie un vitale contributo per la ripresa dell’economia
25 Dicembre 2012
A distanza di 5 anni dallo scoppio della crisi finanziaria la fase di turbolenza non è tuttora trascorsa, ed oltre a non essere stata ancora superata dalle maggiori economie industrializzate, determina che esse debbano fare i conti con una recessione che ha travolto l’economia reale ed i soggetti più deboli come famiglie e imprese, in particolare quelle di dimensioni ridotte.
Nel nostro Paese, le famiglie si trovano in sempre maggiori difficoltà e, la loro ricchezza si mostra piuttosto sbilanciata; infatti soltanto il 10% di esse detiene quasi la metà della ricchezza nazionale. È quanto emerge dai dati diffusi dalla Banca d’Italia nel Rapporto sulla Ricchezza delle Famiglie Italiane nel 2011. Negli ultimi anni la ricchezza netta si è ridotta del 3,4%, e ancora più grave è stato l’aumento della disuguaglianza nel Paese tra i ricchi e i poveri.
Alla fine dello scorso anno la ricchezza netta delle famiglie italiane era pari a circa 8.619 miliardi di euro, corrispondenti a circa 350mila euro in media per nucleo familiare e le attività reali da essi detenute ammontavano a 5.978 miliardi di euro. Com’è noto nel nostro Paese sono le abitazioni il principale bene in loro possesso: infatti esse rappresentavano oltre l’80% del totale delle attività reali.
Le cose sono mutate nell’ultimo decennio, e la composizione delle attività reali ha subito variazioni per via dell’aumento della quota in abitazioni di quasi 3 punti percentuali, ben oltre la crescita di impianti, macchinari, attrezzature, scorte e avviamento, aumentata soltanto di un punto. La ricchezza delle famiglie del nostro Paese, quindi, continua ad esprimersi nel possesso di immobili principalmente per uso abitativo, ma la crisi economica ha avuto anche sotto questo punto di vista un notevole impatto. Il mercato immobiliare mostra una notevole flessione, ed è questo un chiaro segnale della ripercussione che la crisi finanziaria ha avuto sull’economia reale. Nonostante ciò, alla fine dello scorso anno le abitazioni contribuivano al patrimonio detenuto dalle famiglie italiane per oltre 5.000 miliardi di euro, corrispondenti in media a oltre 200mila euro per famiglia. Essa è cresciuta, a prezzi correnti, tra la fine del 2010 e la fine del 2011 dell’1,3%, per un importo pari a 65 miliardi di euro, anche se l’aumento è stato nettamente inferiore al tasso medio annuo degli ultimi 15 anni (5,6%), proprio a causa del rallentamento del mercato immobiliare.
Benché la congiuntura rimanga negativa, le Banche Popolari facendo leva sulla loro tradizione localistica, e nell’ottica di mantenimento di un’attenzione costante alle esigenze della clientela, hanno fatto registrare dati decisamente positivi riguardanti l’attività in favore delle famiglie, che rappresentano una fetta considerevole del loro portafoglio crediti, ossia il 27%, pari a 110 miliardi di euro, di cui 90 miliardi di euro di mutui ipotecari. Gli istituti della Categoria non hanno mai interrotto l’erogazione del credito alle famiglie durante il corso dell’attuale recessione; infatti, soltanto nei primi 10 mesi di quest’anno i nuovi finanziamenti hanno superato i 5 miliardi di euro. Dati positivi provengono anche dai tassi praticati dagli istituti del Credito Popolare; infatti, nello stesso periodo, il tasso medio sui nuovi prestiti alle famiglie per l’acquisto dell’abitazione è stato pari al 3,8%, oltre 30 basis point al di sotto del dato medio nazionale.
Ciò conferma ancora una volta la mission del Credito Popolare che ha sempre tenuto prioritario l’obiettivo di mantenere vitale il rapporto tra gli istituti Categoria e le famiglie, come testimonia il dato relativo alle persone affidate pari a circa 3 milioni.