D’Alema fa la morale al Pdl ma ha la memoria corta

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D’Alema fa la morale al Pdl ma ha la memoria corta

15 Agosto 2013

Nella lunga intervista di Ferragosto al Messaggero, Massimo D’Alema non fa sconti a Silvio Berlusconi ma non si iscrive neppure tra quanti a sinistra vorrebbero elezioni subito. Apre con una frase forte interpretando un po’ a modo suo le parole del Capo dello Stato, "le vicende giudiziarie di Berlusconi non debbono interferire con l’esigenza di stabilità del Paese", poi però, al giornalista che gli fa notare che "Napolitano ha riconosciuto rilevanza al nodo della agibilità politica del Cavaliere" e che un atto di clemenza non è stato escluso a priori dal Colle, risponde che Napolitano "è stato rispettoso" del "ruolo politico" del Cav. oltre che dei suoi elettori. Da qui l’invito a fare come Grillo, dimettersi da parlamentare e guidare il centrodestra da fuori il parlamento. "Magari negoziando forme alternative per scontare la pena che siano compatibili con l’esercizio di un ruolo politico", aggiunge. Secondo lui, del resto, quella delle elezioni è una "pistola scarica". Non ci saranno punto e basta, di questo sembra superconvinto. A questo punto D’Alema se ne esce con una serie di frasi sibilline, "il Pdl rischia di trovarsi diviso", "il Pdl dovrebbe porsi il problema della leadership", "ho l’impressione che i problemi giudiziari di Berlusconi riguardino una ristrettissima minoranza di aficionados". Seguono altre dichiarazioni sulla importanza delle riforme costituzionali e della legge elettorale per la tenuta dell’esecutivo, sull’Imu, su Renzi che sbaglierebbe a candidarsi a segretario del Pd. Se volessimo provare a sintetizzare l’intervista al Messaggero in una frase, dunque, si potrebbe dire che Massimo D’Alema non si è iscritto al partito dello sfascio e continua ad essere uno sponsor del Governo Letta. Si è iscritto invece al partito di chi a sinistra fa la morale alla destra sul superamento del berlusconismo dimenticando però come sono andate le cose pochi mesi fa. Quel tipo di distrazioni che sono sempre costate care al Pd.