D’Alema ha la ricetta contro il terrorismo: “Istituire 8xmille anche per le moschee”
25 Marzo 2016
di redazione
Rispunta Massimo D’Alema. Intervistato ai microfoni di ‘Radio anch’io’, l’ex presidente del consiglio ha detto: "Questo mondo musulmano che vive in Europa in parte notevole non si è integrato in Europa: lo abbiamo visto a Molenbeek; non i terroristi, ma la reazione della gente contro la polizia e i giornalisti. Il che vuol dire che intorno al terrorismo c’è se non un’area di solidarietà, un’area di non ostilità".
Dal suo punto di vista c’è una forte necessità di mettere su un “islam europeo” che potrebbe essere “più aperto, più moderno di quello fondamentalista che viene da certi Paesi d’origine”. L’unica risposta al propagarsi dell’estremismo. E aggiunge: "vorrei che queste persone si sentissero a tutti gli effetti cittadini europei, preferirei che potessero costruire le loro moschee come si costruiscono le chiese, cioè con il denaro pubblico: In Italia c’è l’8 per mille per la Chiesa cattolica, ma c’è un milione e mezzo di musulmani che non sono riconosciuti, con i quali noi non abbiamo un’intesa, diciamo".
"D’Alema propone di istituire l’8 per mille a favore degli islamici, per "costruire le moschee con denaro pubblico". Ma è matto?? #dalemakbar", il commento a caldo del leader della Lega Nord Matteo Salvini, su Twitter. La proposta di D’Alema arriva nello stesso giorno in cui la Corte Costituzionale rende note le motivazioni in base alle quali, lo scorso febbraio, ha rigettato alcuni punti della legge regionale della Lombardia nota come legge anti-moschee.
La Consulta spiega che “l’apertura dei luoghi di culto è forma e condizione essenziale del pubblico esercizio del culto” un diritto garantito dall’articolo 19 della Costituzione. A rispondere a Massimo D’Alema, però, è anche Mariastella Gelmini, coordinatrice regionale di Forza Italia in Lombardia: “Mai l’8 per mille per le moschee. È una proposta fuori dal mondo, pericolosa oltre che inattuabile. Il bando sulle moschee della giunta Pisapia ha ampiamente dimostrato l’impossibilità di questi accordi. Prima la sicurezza.”