Dalla Boldrini a Renzi, nel Pd “riscoppia” la confusione
23 Maggio 2019
“La lista del Pd mi sembra quella che ha fatto il maggiore sforzo unitario. Il segretario Nicola Zingaretti ci ha provato. Ma devo dire che mi ha convinto il programma, mi è sembrato che ci sia una chiara svolta sociale. Si parla di indennità europea di disoccupazione, di salario minimo europeo e anche di un piano di investimenti per la transizione ecologica e della parità di retribuzione tra uomini e donne. Tutti temi che a me stanno molto a cuore”. E’ chiaramente un endorsement al Pd e arriva – udite, udite – da Laura Boldrini, deputata dell’ei fu Leu ed ex Presidente (o Presidenta come vuole lei) della Camera, che ha ribadito oggi quello che aveva già annunciato qualche settimana fa.
Ora non essendo nei panni del segretario dem Zingaretti non sappiamo se questa è una notizia di quelle che fanno piacere oppure no. Fatto sta che, tra programma, Pisapia e idee boldriniane varie, il neo segretario Dem pare stia imprimendo la svolta a sinistra del suo Pd. Pare perché l’endorsement della Boldrini arriva dopo quello di un certo Paolo Cirino Pomicino, non proprio un “compagno” come Laura, dunque. Cosa che, sinceramente, confonde e non poco.
E chi è confuso è sicuramente il mondo renziano interno ( si fa per dire) al Pd. Se, infatti, Laura dice che il programma da “sinistra sinistra” del Pd “le piace”, Renzi se ne esce dicendo che “le elezioni le vinciamo al centro, non a sinistra”, mentre c’è chi come Bersani che, pur dall’esterno (mica tanto), spinge per una futura allenza M5S-Pd in chiave antidestra. Chiarissimo, no? E quindi? Cosa succede? Quindi, come al solito, nel Pd a dettare chi detta l’agenda è sempre un solo segretario: la confusione. Zingaretti è avvisato.