Dalla D’Addario a Travaglio, ecco il successo dello show di Santoro
02 Ottobre 2009
di redazione
Dopo aver assistito alla performance del trio Santoro-Travaglio-D’Addario ad Annozero ieri sera, abbiamo fugato ogni dubbio: Santoro più che maestro di giornalismo è un maestro di marketing. Annozero è un esempio di successo assoluto non certo di come si fa l’informazione televisiva (soprattutto quella pubblica), ma di come si costruisce uno show business. E come ogni show business che si rispetti – almeno fino al momento in cui l’evento mediatico continua ad avere successo – tanto vale replicarlo con lo stesso, identico copione. E poco importa se a fare da protagonista è Patrizia D’Addario, Vauro, Marco Travaglio o Santoro stesso. Quello che conta è: “nel bene o nel male, purché se ne parli”.
E allora – esattamente come era successo per la partecipazione di Travaglio o di Vauro delle scorse settimane – erano giorni che se ne parlava, che si preannunciava, che si smentiva e poi confermava. Ma ci sarà, non ci sarà, Berlusconi le impedirà di parlare o la lascerà libera di dire tutto. Ma proprio tutto. E l’azienda pubblica, che però non è così pubblica quando si parla del Cav., che farà? Impedirà la partecipazione alla trasmissione di una che di professione fa la escort, adducendo che nei canali della Tv di Stato forse non è proprio educativo mandare in prima serata – quella da bollino verde, per intenderci – i racconti piccantini di una notte di sesso a pagamento? Oppure lascerà correre e in nome della libertà di informazione – quella per cui sabato scenderanno in piazza, pare, tutti i giornalisti – consentirà di dare libero sfogo alla celebrazione del santorismo più sfrenato?
L’attesa è altissima e la tensione sale e sale, sale fino all’ultimo minuto, fino all’ultimo respiro prima della diretta. Poi la svolta: “Alle 19 è arrivato un parere dell’ufficio legale, contrario alla sua partecipazione, corredato da una stringata lettera del direttore di rete. Cosa vuol dire, ho chiesto: è una direttiva o un parere? La risposta che mi hanno dato e non ho ricevuto indicazioni aziendali in merito”. Quindi siamo qui in questa valle di Josafat e andiamo avanti lo stesso. Devono dirlo che non devo andare in onda – ha chiosato Santoro che sembrava Rossella O’Hara in Via col vento – sennò sempre in onda sto”.
E via. The show must go on. Uno studio più luccicante che mai, un parterre ineccepibile, persino nella controparte di destra, un solo politico: quel sindaco di Bari, Michele Emiliano, che grazie agli interventi puntuali del conduttore campano è riuscito a glissare qualsiasi coinvolgimento personale nella Sanitopoli pugliese. E al fondo nessuna notizia, almeno nessuna notizia vera e nuova, solo una requisitoria all’interno di una costruzione mediatica perfetta.
E allora dopo la performance di Patty D’Addario ci sentiamo di dare un consiglio al Cav. Se vuole decuplicare l’audience delle sue reti, affidi a Santoro la programmazione del palinsesto. Magari Mediaset ne uscirà scaduta nel livello generale delle sue trasmissioni (poco importa: tanto i canali di Berlusconi – si sa – non hanno la pretesa né l’obbligo di svolgere una funzione pubblica), ma ne guadagnerà senz’altro in pubblico e affari.