Dalla Libia agli immigrati adesso l’Italia paga per non aver capito Trump

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Dalla Libia agli immigrati adesso l’Italia paga per non aver capito Trump

01 Luglio 2017

Con la notizia Ansa sul ministro Minniti che interrompe un volo verso Washington per incontri istituzionali per affrontare l’emergenza migranti in Italia, la narrazione sui migranti è cambiata in pochi giorni. Una inversione a U incredibile. Fino a poco tempo fa, il Pd era schierato per lo jus soli e chiunque sollevasse qualche critica veniva liquidato come xenofobo e razzista. Ora da governo, giornaloni  e media è un continuo tam-tam su “troppi sbarchi, l’Italia non può sopportare tutti questi arrivi, l’Europa non ci aiuta, chiudiamo i porti, stop altri arrivi, l’Ue ci ha abbandonati”.

Eppure in questi mesi perfino il Guardian, il giornale di sinistra, anti-Brexit e anti-Trump, si è chiesto come l’Italia e, soprattutto la Sicilia, con una forte disoccupazione, potesse continuare ad accogliere una tale massa di migranti senza collassare. Per non parlare dei problemi del terrorismo (il terrorista del London Bridge arrivava dal bolognese, come proveniva dall’Italia il tunisino Amri dell’attacco di Natale a Berlino), della criminalità, di rischi per la salute degli italiani. L’inversione di rotta di governo e media sull’immigrazione non è solo provocata dai risultati negativi per il Pd delle ultime elezioni, ma da qualcosa di molto più serio che sia il governo, sia i media hanno deciso di ignorare, convinti che Trump sarebbe uscito presto di scena. E riguarda non solo noi ma il clima che c’è a livello internazionale.

Il “travel ban”, lo stop agli ingressi per sei paesi musulmani considerati dall’amministrazione Trumpo sponsor del terrorismo, provvedimento rivisto dalla Corte Suprema, è stato approvato dal Congresso, e sarà approvato anche dal Senato, a maggioranza repubblicana. Non potranno più entrare negli Stati Uniti cittadini provenienti dalla Libia, dalla Siria, dall’Iran, dalla Somalia, dal Sudan e dallo Yemen. Potranno essere ammessi solo coloro che hanno famiglie residenti legalmente in America. E’ chiaro che se i cittadini provenienti da questi paesi non saranno ammessi negli Stati Uniti, è difficile ritenere possibile il loro l’ingresso in Europa, in Italia, e soprattutto in Sicilia, piena di basi Usa, di fatto spazio anglo-americano militarmente. Ed è possibile che gli americani vogliano usare le basi siciliane per supportare “from behind” la guerra della “Nato araba” per rimettere in sicurezza la Libia.

In ogni caso gli Usa non vogliono una Sicilia e un’Italia nel caos di flussi migratori. Della coalizione Egitto-Arabia saudita-Stati del Golfo (tranne il Qatar) per appoggiare il generale Haftar in Cirenaica, un’alleanza che ha anche l’appoggio russo, l’Italia non farà sicuramente parte. L’aveva già detto Obama che in Libia sarebbero intervenuti solo gli stati arabi confinanti, non ex-potenze coloniali occidentali che avrebbero suscitato l’ostilità libica e africana. Con Hillary non sarebbe andata diversamente. Può darsi che il Regno Unito abbia qualche ruolo, perché, come è noto, Saif Gheddafi, ora libero, pare in Cirenaica da Haftar, è stato allevato da Tony Blair per succedere al rais, e molti libici, come Moussa Ibrahim, hanno studiato in Inghilterra, hanno rapporti con Londra, proseguiti anche dopo la morte di Gheddafi.

In ogni caso la politica renziana e gentiloniana nei confronti della Libia, con l’obiettivo di essere alla guida di una missione Onu per rimettere in sicurezza il Paese, si è rivelata un completo fallimento. L’Italia ha sostenuto e sostiene il governo di Tripoli al Serraj, nominato dall’Onu, ma debolissimo e privo di controllo del territorio. Il governo Renzi ha perfino rotto le relazioni con l’Egitto, uno dei paesi amici degli Stati Uniti. Purtroppo, adesso, nel caos si trova l’Italia, perché i flussi di arrivi continuano e le navi e ong europee non riportano i migranti in patria, ma li scaricano in Sicilia. Europa ingrata, come gridano adesso governo e giornali?

Era prevedibile che ogni paese Ue non volesse nuovi migranti, e tutti sappiamo che, dopo gli attacchi subiti da Parigi, molti paesi europei hanno chiuso le frontiere con l’Italia e sospeso Schengen. Per non parlare dei paesi dell’est, come l’Ungheria. Saranno gli italiani a pagare i costi di questa politica errata. Governo e media che si illudevano di un Trump affossato dal Russiagate, ora vedono la Cnn licenziare chi ha pompato la bolla del “Manchurian President”, del presidente teleguidato, mentre Kissinger va in visita a Mosca, e Trump e Putin potranno incontrarsi al prossimo G20. E’ noto che dal 2015 russi e americani comunicano su tutte le operazioni. Come aveva detto lo storico Niall Ferguson, Trump è il nuovo Roosevelt. Non avere voluto capire cosa stava davvero accadendo in America, ci ha condotti a quest’ultima débacle, da cui per ora non si vede via d’uscita.