Dalla manovrina alla legge elettorale, settimana di fuoco per il Governo

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Dalla manovrina alla legge elettorale, settimana di fuoco per il Governo

29 Maggio 2017

Dire che questa sarà una settimana calda per Governo e Parlamento è dire poco. In ballo ci sono manovrina e legge elettorale, temi cruciali da cui dipendono le sorti della legislatura. Oggi la Commissione Bilancio della Camera dovrebbe dare il via libera alla manovra da 3,5 miliardi di euro richiesta dall’Ue per evitare la procedura di infrazione. Il ministro dell’Economia Padoan e quello dello sviluppo economico Calenda hanno incontrato questa mattina il premier Gentiloni per fare il punto della situazione. Se, infatti, come sembra, la Commissione Bilancio darà il suo ok alla manovrina, già domani il testo potrebbe approdare in aula. E il governo deve decidere se chiedere o meno la fiducia sul provvedimento.

Anche perché le critiche su alcuni capitoli contenuti nella manovra non mancano. A cominciare da Alitalia. Al vaglio della Commissione Bilancio c’è anche il famoso prestito ponte da 600 milioni di euro che il governo ha fatto rientrare nella manovrina per cercare di mettere una pezza al fallimento del piano industriale di Etihad sponsorizzato a suo tempo dal governo Renzi e su cui nessuno ha più vigilato dopo il varo. Un prestito che, a quanto pare, non riuscirà ad impedire la cassa integrazione per i dipendenti dell’ex compagnia di bandiera che ieri hanno incrociato le braccia portando alla cancellazione di ben 200 voli.

Anche il balletto su voucher e simil-voucher fa traballare la maggioranza. La commissione Bilancio di Montecitorio ha approvato un emendamento alla manovrina, frutto di una proposta Pd riformulata dal relatore, che introduce nell’ordinamento il “libretto Famiglia”, per i lavori domestici e il “contratto di prestazione occasionale”, per le aziende (ma solo fino a 5 dipendenti). La proposta ha scatenato l’ira degli scissionisti di Mdp secondo cui l’emendamento farebbe “rientrare dalla finestra” i voucher abrogati dal governo. Proprio per questo, gli ex Dem minacciano di “uscire dalla maggioranza”, come ha dichiarato Francesco Laforgia, caopogruppo Mdp alla Camera.

Venti di crisi arrivano anche da Alternativa Popolare. Il tema, in questo caso, è la legge elettorale, con gli alfaniani che potrebbero non votare la manovra come ritorsione per una soglia di sbarramento troppo alta del “tedesco”. Maggioranza che si dissangua sempre di più? Una prospettiva che non piace a Rosato (Pd): “Bisogna tenere distinta la legge elettorale dall’azione di governo. La manovra correttiva non vale di più o di meno se c’è il 3% o il 5% di sbarramento sulla legge elettorale”. Tutto questo mentre il Colle, Mattarella, continua a lanciare moniti sulla messa in sicurezza di manovre e “manovrine” (il voto anticipato, mettendo in stand-by la manovra, porterebbe al cosiddetto esercizio provvisorio, non proprio il massimo per tenere l’Italia al riparo degli speculatori). 

Insomma, dalla grande incognita di Alitalia ai giochetti sui “simil-voucher”, al balletto sulla legge elettorale, l’unica cosa che resta sullo sfondo è la situazione internazionale che si è venuta a creare nell’ultimo anno ed è stata ben fotografata al vertice del G7 di Taormina. In un assetto globale che si sta rapidamente modificando, con gli Usa che vanno avanti per conto loro e una Germania pronta a giocarsi la sua golden share sulla Ue più di quanto non faccia già, l’Italia rischia di restare impigliata ad una serie di questioni interne che non risolveranno l’incognita del nostro ruolo nell’ormai mutato contesto geopolitico “multipolare”.