Dalla prossimità al territorio nasce una gestione efficace del credito

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Dalla prossimità al territorio nasce una gestione efficace del credito

Dalla prossimità al territorio nasce una gestione efficace del credito

14 Luglio 2011

Negli ultimi tre anni l’Italia, in linea con tutti gli altri Paesi del mondo industrializzato, ha dovuto confrontarsi con una crisi senza precedenti: l’economia si mostra ancora in frenata in questo inizio del 2011, a riconferma del trend dell’ultimo trimestre dello scorso anno. Il Pil nel primo trimestre dell’anno è rimasto sostanzialmente stazionario, anche se emergono indicazioni positive per quanto riguarda il periodo aprile-giugno grazie all’espansione della domanda mondiale. In sintesi, la previsione per l’intero 2011 sarebbe di una crescita di circa l’1% (1,2% del 2010), che prefigurerebbe un andamento a rilento della nostra economia, sia pure con una leggera accelerazione del ritmo di espansione nel corso dell’anno.

In questo clima così incerto, tuttavia, nel quale i soggetti che maggiormente stanno soffrendo sono quelli che costituiscono la parte più debole del tessuto economico del Paese: Pmi e famiglie. Le imprese minori italiane sono ancora fortemente colpite dalla crisi e fanno progressi molto lentamente. Ciò comporta un’eredità pesante, quella della disoccupazione, e degli investimenti che stentano a decollare.

In questo contesto – senza le banche del territorio – le conseguenze della crisi per molte famiglie e piccole e medie imprese sarebbero state sensibilmente più negative. Senza la presenza di una pluralità di banche ispirate al modello cooperativo, gli effetti sull’offerta di prestiti alle imprese minori sarebbero stati più restrittivi e la concorrenza nei mercati locali del credito meno vivace. Le conseguenze della crisi attuale risulterebbero più severe per un numero rilevante di famiglie e di piccole e medie imprese. Di fondamentale importanza è stato il ruolo svolto negli anni dal Credito Popolare nel fornire importanti risorse per le PMI e i nuclei familiari alle prese con i difficili effetti della crisi economica.

Nel corso dell’ultimo anno, di fronte alle straordinarie difficoltà che il nostro sistema produttivo ha dovuto fronteggiare, le sorti delle nostre imprese migliori sono dipese anche dalla capacità degli istituti di valutare e selezionare il merito di credito con prudenza unita a lungimiranza, evitando di applicare regole standardizzate e uguali per tutti.

I più recenti dati patrimoniali relativi alle Banche Popolari confermano questo importante ruolo allocativo nei confronti delle economie e dei territori, soprattutto nei periodi della crisi, continuando a registrare tendenze positive. Anche nel mese di maggio 2011, infatti, gli impieghi hanno evidenziato un incremento su base annua del 5%, quasi un punto percentuale in più del dato medio nazionale.

Ottimi segnali provengono anche dalla raccolta, aumentata di quasi il 9% nell’ultimo anno, mentre un particolare incremento si riscontra per la componente obbligazionaria, che ha subito un’espansione del 20% a fronte di un dato medio nazionale del 4,2%, sintomo della crescente fiducia riposta dai risparmiatori negli istituti della Categoria.

È proseguito, inoltre, il sostegno delle famiglie, con il tasso di interesse comprensivo di spese accessorie (TAEG) nell’acquisto di abitazioni, che a maggio è stato pari al 3%, circa mezzo punto percentuale più basso del dato medio nazionale.

Il modello operativo del Credito Popolare ha ottenuto in questi anni, seppur contraddistinti dalla grave fase di recessione economica, un crescente riconoscimento da parte di tutti gli operatori. Nell’ultimo decennio infatti, i soci sono aumentati di circa il 25%, passando da 950mila a 1,2 milioni di unità, e negli ultimi 4 anni il numero dei clienti ha superato i 12 milioni, con una crescita – soltanto negli anni della crisi – di circa 1,5 milioni di unità.

La presenza sul territorio, sempre più capillare, ha fatto registrare negli ultimi dieci anni un incremento delle dipendenze da 6.000 a 9.500 unità, con un conseguente aumento della rispettiva quota di mercato, passata dal 21% ad oltre il 28%. Ciò è stato utile al raggiungimento dell’obiettivo di una più efficace prossimità ai territori e mantenere e accrescere così una conoscenza profonda della comunità locale, nella consapevolezza che la possibilità di svolgere la propria azione attraverso l’approccio relazionale – realizzabile solo attraverso una rete capillare – rappresenta il valore aggiunto di una banca del territorio, una ricchezza che origina dalla matrice cooperativa.

* Segretario Generale Associazione Nazionale fra le Banche Popolari