Dall’Albania all’Italia, nuova rotta per i migranti
12 Marzo 2016
Non è ufficiale ma l’allarme tra Italia e Albania sulla crisi migranti è già scattatao: con la chiusura della rotta balcanica il flusso dei profughi e dei disperati potrebbe tornare a dirigersi verso l’Italia, in particolare la Puglia, considerando lo stretto braccio di mare che divide il nostro Paese dall’Albania. Su richiesta delle autorità di Tirana, ed accogliendo per prima l’invito dell’Europa, l’Italia è pronta a inviare nei prossimi giorni una ventina di poliziotti di frontiera per sostenere il governo albanese nei controlli ai confini. Ma sarà il governo di Tirana a decidere dove sistemare il nostro mini contingente.
"Abbiamo una collaborazione eccezionale con l’Italia e con il ministero degli Interni ed il ministro Alfano nella lotta al traffico di droga, il terrorismo e la criminalità e su questo piano abbiamo pensato che dobbiamo collaborare molto di più per quanto riguarda la sicurezza in Albania, in Italia e non solo", ha detto il ministro degli Interni albanese, Saimir Tahiri, intervistato da Radio 24. Secondo Tahiri "l’Italia ci aiuta con le infrastrutture e scambiando informazioni e agendo insieme per affrontare un problema che non può essere un problema solo dell’Albania o solo dell’Italia".
Il ministro albanese ha precisato che "deve essere considerato un problema comune, una soluzione europea deve essere trovata per affrontare l’emergenza umanitaria che è alle nostre porte". Sulla collaborazione e sui pattugliamenti congiunti tra Italia e Albania, Tahiri ha spiegato che "abbiamo concordato che cominceremo con scambiare informazioni e rafforzare le nostre capacità per pattugliare i confini sia marittimi che in terra, che non significa poliziotti italiani in Albania" anche se si discute a trecentossenta gradi per decidere "insieme per fare il meglio per l’Albania e l’Europa intera e affrontare l’emergenza umanitaria degli immigrati".
"Noi siamo molto decisi a non lasciare che l’Adriatico venga usato di nuovo, come successe nel passato dai criminali, questo con certezza non succederà più. Siamo decisi ad affrontare l’emergenza umanitaria tutti insieme, e con questo insieme non solo l’Italia e l’Albania ma intendo l’Unione Europea", ha detto il ministro albanese. "Noi abbiamo un piano di emergenza per affrontare i primi momenti della crisi, se ci sarà, però poi è doveroso che si debba agire tutti insieme". "Si deve trovare un sistema collettivo per affrontare un problema collettivo", ha concluso il ministro parlando della Ue.