Dalle Banche Popolari segnali incoraggianti malgrado un 2012 difficile

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Dalle Banche Popolari segnali incoraggianti malgrado un 2012 difficile

29 Gennaio 2013

L’anno appena concluso ha visto l’economia del nostro Paese attraversare una fase recessiva profonda che continua tuttora a mostrare in misura evidente i suoi effetti negativi. Le stime più aggiornate indicano, infatti, che nel 2012 il prodotto interno lordo dovrebbe essere diminuito in termini reali di oltre il 2% e anche per l’anno in corso si prevede un’ulteriore riduzione, sia pure più contenuta. La disoccupazione, per effetto di tutto ciò è aumentata, arrivando ad un tasso del 10,6% e colpendo, in particolare, le generazioni più giovani. A ciò, si sono aggiunte le tensioni che hanno interessato in parte il rendimento dei titoli di stato italiani, e che hanno raggiunto il livello massimo nel luglio scorso.

In questo contesto estremamente difficile e complesso le Banche Popolari hanno proseguito la loro opera di banca del territorio continuando ad erogare credito, soprattutto alle piccole e medie imprese e alle famiglie, e raccogliendo attraverso il semplice strumento dei depositi i risparmi di una clientela che ha continuato ancora a crescere di circa 250mila unità per un totale di quasi 12,5 milioni di clienti, un risultato che testimonia ancora la fiducia espressa a livello locale ad una istituzione che proprio dalla coerenza dimostrata durante la crisi di continuare ad essere un punto di riferimento per il territorio trae la propria forza.

I primi dati disponibili relativi alla chiusura dell’anno confermano questa tendenza. Nel corso del 2012, infatti, le Banche Popolari hanno registrato una variazione positiva degli impieghi dello 0,1% contro un dato medio nazionale pesantemente negativo (-1,3%). Tale risultato può sembrare a prima vista modesto, ma, al contrario, risulta estremamente positivo se si considera quello che è stato il contesto economico generale di crisi profonda dell’economia reale. Inoltre, nel corso del 2012 tutte le banche, e tra queste anche le Popolari, hanno dovuto continuare ad impegnarsi per soddisfare i requisiti minimi di patrimonializzazione previsti dalla nuova disciplina prudenziale di Basilea 3, con uno sforzo supplementare proprio per quelle banche strettamente legate al territorio e più dedite alle attività retail, a causa di una penalizzazione maggiore che tali banche tendono a subire dall’introduzione delle nuove regole e che, al contrario, andrebbero ancora di più salvaguardate per la loro capacità di resilienza e di essere un fattore importante di stabilizzazione del ciclo e dell’attività economica.

Malgrado ciò, il Credito Popolare ha erogato nuovi finanziamenti alle piccole e medie imprese, oltre 36 miliardi di euro, evidenziando solo una leggera flessione rispetto agli anni passati ed in linea con quanto riportato nel 2009, altro anno di profonda recessione per l’economia nazionale. Inoltre, a conferma dell’attenzione riposta nei confronti delle imprese di dimensione più contenuta, la quota di nuovi finanziamenti a PMI sul portafoglio totale è rimasta invariata al 50%, contro un dato medio nazionale inferiore al 40%.

Se le Banche Popolari non avessero continuato ad essere vicine ai territori di riferimento non si spiegherebbe, altrimenti, la crescita della clientela e dei depositi (8,6% contro il 5,7% medio nazionale) e che trova la sua motivazione proprio nel modello operativo basato sulla prossimità e sulla creazione di un legame di lungo periodo con i clienti.

*Segretario Generale Associazione Nazionale fra le Banche Popolari