Dall’Europa all’Italia: i perchè di una rivoluzione liberal-conservatrice

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Dall’Europa all’Italia: i perchè di una rivoluzione liberal-conservatrice

21 Maggio 2019

Pubblichiamo il Manifesto politico diffuso da IDeA – Popolo e Libertà in occasione delle Elezioni Europee e sottoposto ai candidati dei vari partiti del centrodestra

L’europeismo vive un paradosso. Chi ha creduto a una comunità di destino, a un continente con un’anima e con radici comuni che discendono dai colli di Atene, Roma e Gerusalemme, non può riconoscersi in un’Europa senza storia, nella quale la dittatura dei diritti individuali ha preso il posto della sovranità popolare, la burocrazia vince sulla politica e il dirigismo soffoca la sana economia di mercato.

L’Europa di oggi, anche a causa di queste derive, non sa dare risposta alle grandi sfide del terzo millennio. Sul fronte migratorio gli egoismi nazionali prevalgono sulla difesa dei confini continentali. Sull’economia ci si confronta con i grandi colossi emergenti a livello mondiale procedendo in ordine sparso. I progetti di difesa comune segnano il passo e, nel welfare, l’afflato solidale sembra scemare di fronte alla necessità di edificare un nuovo sistema sostenibile.

Eppure, in tempo di globalizzazione, ognuna di queste sfide avrebbe bisogno di una massa critica e di visioni ampie, al punto che la tentazione di chiudersi nei soli confini degli Stati nazionali – Stati per lo più afflitti da impressionanti gelate demografiche – più che un’illusione è un errore fatale. Ancor meno possono funzionare le ricette di una sinistra che, rimasta orfana dell’ideologia, vorrebbe intonare un inno alla decadenza e alla perdita di vitalità sulle note di un politicamente corretto sempre più distante dai problemi, dalle preoccupazioni e dalle aspirazioni dei cittadini europei. Non è un caso che, come per una nemesi storica, quella parte politica vada perdendo inesorabilmente attrattiva agli occhi dei deboli, degli oppressi, degli sfruttati, che sono stati il motivo della sua epifania e che a lungo ne hanno rappresentato la ragione sociale.

Quel che serve è che il crescente bisogno di sicurezza economica e civile dell’Europa di oggi s’incontri con l’afflato di libertà, la centralità della persona, la valorizzazione delle comunità e dei corpi intermedi che hanno generato il sogno dei Padri. Serve che quest’incontro sviluppi tutte le sue potenzialità sprigionando un’energia nuova in grado di travolgere argini asfittici e sigle di famiglie politiche che oggi purtroppo, anche a dispetto di un passato in alcuni casi glorioso, si sono trasformate in club elitari tenuti insiemi da interessi particolari assai più che da principi condivisi.

La stessa cosa serve all’Italia. Anche chi non ha avuto né remore né pregiudizi nei confronti del governo giallo-verde oggi deve constatarne il fallimento. L’economia è in pericolosa recessione. Le ricette per rilanciare il Sud si sono rilevate illusioni ottiche che rischiano di affossarlo ancor di più. La libertà e le garanzie delle persone sono scomparse dai radar e, nel vuoto di attenzione, si sta varando una legislazione giudiziaria che ci allontana pericolosamente dallo Stato di diritto. La deriva verso il post-umano è ulteriormente avanzata, all’ombra di una moratoria scritta sulla sabbia di un contratto di governo ma nei fatti nullificata da atti di diversa natura, a cominciare dalla giurisprudenza creativa che ha finito per coinvolgere la stessa Corte Costituzionale.

Nel contesto politico attuale, soltanto dalla rifondazione di una forza a vocazione maggioritaria che metta insieme i liberali, i conservatori, i cristiani, i nazionalisti consci di come cambi il ruolo della nazione nel modo globalizzato, può provenire la speranza di un governo all’altezza delle urgenze del Paese, costruito in alleanza con le forze che hanno fatto della sicurezza personale e collettiva la loro ragion d’essere, oggi rappresentate dalla Lega.

Ciò di cui c’è bisogno è una nuova edizione del Popolo della Libertà, con un’identità più precisa, un radicamento più solido, regole interne meglio definite. Dalla nascita di questo nuovo soggetto può scaturire nel centrodestra una coalizione rinnovata, attraente e attrattiva, più equilibrata e politicamente consapevole; una coalizione, insomma, in grado di favorire l’affermarsi di un nuovo bipolarismo, magari consolidato da adeguate regole istituzionali.Tale prospettiva passa anche dai risultati delle prossime elezioni europee.

Per questo “Idea – Popolo e Libertà” darà il suo sostegno ai candidati presenti nelle formazioni del centrodestra che sottoscriveranno il presente documento, mettendo le proprie energie, in Italia e in Europa, a disposizione dell’orizzonte qui disegnato.