“Dàlli alla sindaca!”. Il Pd, i giochi e Roma

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“Dàlli alla sindaca!”. Il Pd, i giochi e Roma

22 Settembre 2016

Sia ben chiaro, e lo scriviamo in apertura di articolo, per non essere fraintesi: siamo a favore della partecipazione di Roma alla gara per aggiudicarsi i giochi olimpici, siamo convinti che sarebbe una buona occasione per smuovere l’economia della città, e soprattutto per rinverdire l’immagine della capitale, compromessa in modo grave, anche a livello  internazionale, dall’inchiesta su Buzzi e soci. Ma l’attacco alla Raggi sul rifiuto delle Olimpiadi è così vasto, così palesemente strumentale, così servile, che non possiamo fare a meno di dissociarci.

Non c’è una voce stonata, nel coro: tutti addosso alla sindaca, benché già durante la campagna elettorale la posizione del M5S sul tema fosse nota e ampiamente dichiarata. Il problema non è nei “poteri forti”, come si usa dire, cioè, in questo caso, nei costruttori romani, che pure qualche peso – diciamo così – sui giornali ce l’hanno; è nella politica. L’ordine del Pd-pigliatutto è attaccare, attaccare, attaccare, tenere sotto assedio mediatico la Raggi fino allo sfinimento. Che i grillini ci mettano del loro, che aver fatto aspettare Malagò sia stata una gaffe, che la sindaca non sia apparsa padrona della situazione, è vero, ma tutto questo diventa, di fronte alla evidente volontà di distruggerne la credibilità, quasi irrilevante.

La questione vera è che il governo di Roma è l’occasione, imperdibile per Renzi, di indebolire i 5stelle, e di vincere prima di tutto l’appuntamento su cui si gioca la sua sopravvivenza, il referendum costituzionale. Le contraddizioni del Pd sono palesi: si è passati dal plauso incondizionato a Monti, quando anche lui voleva evitare che Roma ospitasse i giochi, all’assalto forsennato alla Raggi; eppure, come nota Travaglio, se il problema fosse la situazione economica italiana, le cose non sono certo migliorate, anzi il debito pubblico è ulteriormente salito, e i dati sono pessimi.

Ma gli esponenti del partito di maggioranza, evidentemente, non temono il “dissi e mi contraddissi”. Roma è l’occasione che aspettavano per dimostrare l’inefficienza e l’incapacità di governare dei 5stelle, e siamo certi che il Pd-pittbull non mollerà, perché il segreto dei “luogocomunisti” è ripetere uno slogan fino a farne un mantra, fino a che i cittadini, frastornati, non lo accettano come ovvio. Noi giudicheremo la Raggi, come tutti, da quello che farà per Roma, e obiettivamente ci pare un po’ presto per tirare le conclusioni. Non è presto, invece, per giudicare il modo in cui questo governo ha ridotto l’informazione, ma contiamo sulla capacità degli italiani di non farsi imbrogliare.