Dall’Ue risorse per la coesione. Sulla crescita l’Abruzzo fà da apripista

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Dall’Ue risorse per la coesione. Sulla crescita l’Abruzzo fà da apripista

05 Luglio 2011

di V. F.

Un ruolo importante per l’Abruzzo: quello di guida per le altre regioni e di collegamento tra le capacità di creare ricchezza che si manifestano in modi differenti nel Nord e nel Sud. Oggi è arrivata la conferma che sono disponibili risorse europee destinate alle regioni “in transizione”. Tra queste, l’Abruzzo, ma anche il Molise, la Puglia e la Basilicata: regioni, cioè, che hanno un Pil procapite pari al 75-90% rispetto alla media Ue dei ventisette e che quindi devono essere sostenute in un processo di crescita.

E’ qui che entra in gioco l’Abruzzo, come ha spiegato l’assessore alle Attività Produttive, Alfredo Castiglione. L’idea è proporre una nuova idea di sviluppo che punti verso obiettivi precisi, come il recupero ambientale di spazi urbani e di aree geografiche arrestando il degrado riducendo le disparità territoriali. Insomma, uno sviluppo coerente con le identità che rappresenta.

Le risorse del resto non mancano. Ci sono 39 miliardi di euro per il periodo 2014-2020, finalizzati proprio ad agevolare “politiche di coesione” fra le regioni. E proprio nei giorni scorsi, infatti, Confindustria Abruzzo ha promosso ed ospitato un convegno dedicato alla Marca Adriatica, una nuova macroregione che potrebbe rappresentare una convergenza di territori, di istituzioni, di competenze. I protagonisti? Proprio Abruzzo, Molise, Basilicata e Puglia. Insieme per essere più forti, per contare di più, soprattutto in Europa, specie in termini di potere contrattuale.

L’Unione fa la forza, dunque. Per questo l’idea a cui pensa Castiglione è proprio quella di “una rete di progetti urbani per riportare al centro delle politiche di sviluppo regionale, il ruolo delle città, con i propri territori e le proprie conoscenze rappresentate dalle Università che insistono in esse, dove ci si confronta sui grandi temi dello sviluppo, dell’integrazione, della sussidiarietà e della tolleranza, come spinte innovative per creare una Europa più unita e competitiva”.

E se sul fronte esterno si punta sull’Europa, anche su quello interno l’Abruzzo prosegue deciso verso un serio processo di riorganizzazione. Ieri, infatti, su proposta dell’assessore al Lavoro, Paolo Gatti, la giunta regionale ha approvato una delibera con la quale si propone al Consiglio Regionale il via libera ad una legge per la soppressione dell’ente Abruzzo Lavoro. Una scelta che fa seguito alle delibere, approvate la scorsa settimana, con percorsi analoghi per quanto riguarda l’Aptr e l’Arssa.

"Produrremo un risparmio di circa 300mila euro l’anno – ha dichiarato Gatti – semplicemente riportando le funzioni di Abruzzo Lavoro in capo all’assessorato, ed i 23 dipendenti all’interno della struttura regionale. Di fatto evitando anche i costi che sarebbero derivati dalla necessità di assumere nuovo personale in direzione. Siamo ovviamente disponibili ad un confronto aperto sui dettagli dell’operazione, ma convinti di portare avanti, senza tentennamenti, anche questo percorso di riforma e di contenimento dei costi. In particolare – ha concluso l’assessore – la scelta di rinunciare alla figura del direttore, il cui costo è di circa 150mila euro l’anno, mi pare una prova di maturità alla quale certamente la classe politica abruzzese non si sottrarrà. Rinunciando, di fatto, alla nomina di un postazione di cui possiamo fare a meno".