Dario Fo spala letame su Pdl e Pd, rispunta il “fascismo buffo”
26 Aprile 2013
"Brunetta che giura da ministro? La prima cosa che faccio è cercare un seggiolino per poterlo mettere a livello, all’altezza della situazione. Oppure meglio una scaletta, così se la regola da sè". Dario Fo fa sfoggio di antiberlusconismo a La zanzara su Radio24, "Il cervello di Brunetta – ha continuato il premio Nobel – quello sì che è ancora più piccolo". Ce n’è anche per Schifani: "Il cognome è onomatopeico, dentro il suo nome c’è già tutto, il rifiuto e il senso di angoscia e di repulsione per queste persone. Con questi al governo mi hanno copiato delle scene intere del mistero buffo". E ovviamente giù offese anche per il Pd delle larghe intese: "Quelli che hanno affossato Prodi sono degli zozzoni, dei vigliacchi, dei maledetti e dei bastardi per la situazione in cui ci hanno messo". Dal 2 per cento preso alle Comunali di Milano fino al qualunquismo dell’M5S, paragonato alla resistenza ("ribaltate tutto"), il tono il lessico e il metodo del Premio Nobel sono sempre quelli descritti iperbolicamente da Oriana Fallaci nella Forza della Ragione: "Fui esposta al pubblico oltraggio. Istigato, questo, da un vecchio giullare della Repubblica di Salò. Cioè da un fascista rosso che prima d’essere fascista rosso era stato fascista nero quindi alleato dei nazisti che nel 1934, a Berlino, bruciavano libri degli avversari". Toni eccessivi, si dirà, ma non meno dell’enfasi virulenta alla quale ci ha abituato Fo. Il "fascismo buffo", come l’ha definito il Cav.